«La dottoressa Ferrara fa bene a dare queste notizie, ma avrebbe dovuto specificare che le condanne al pagamento inflitte ai Comuni non dipendono dal malfunzionamento dei depuratori, o meglio, non per forza da questo, e ad ogni modo sono anomalie che risalgono a dieci, anche quindici anni fa, quando ad esempio in alcune comunità non erano presenti gli allacci fognari. Poi l'Unione Europea ha dettato degli standard, a cui non tutti si sono adeguati e per questo sono scattate le procedure d'infrazione». E' un Ugo Vetere più agguerrito del solito, mentre ai nostri microfoni spiega le ragioni che nelle scorse ore hanno generato la polemica nei confronti dell'europarlamentare pentastellata Laura Ferrara. La vicenda riguarda la notizia dei Comuni calabresi o degli agglomerati sanzionati per le irregolarità riscontrate sulla depurazione. 

I fatti

Due giorni fa la europarlamentare M5s dalla sua pagina facebook aveva informato gli utenti che 48 agglomerati calabresi, su 276 in tutta Italia, pagheranno sanzioni salatissime per irregolarità riguardanti la depurazione. 

A corredo del post, aveva postato una foto in cui sono elencati i nomi dei 48 Comuni, nella quale però non si specifica che alcuni sono Comuni capofila di agglomerati, laddove hanno una popolazione inferiore ai 15mila abitanti, né si rendono noti nello specifico i motivi per i quali questi siano stati sanzionati, tanto meno a quali periodi si faccia riferimento. A trarre in inganno i cittadini era stato il commento della stessa Ferrara, che sembrava voler fare riferimento proprio ai giorni nostri. «Una situazione gravissima per la Calabria ed i calabresi - aveva scritto - che pagano, prima di tutto in termini di salute pubblica e danni ambientali e poi anche in termini economici, l’assoluta mancanza di responsabilità di chi ci ha governato negli ultimi 20 anni».

Una situazione inaccettabile per il primo cittadino santamariese, che durante il suo mandato ha investito negli impianti di depurazione della sua comunità oltre 600mila euro, portando i livelli di batteri delle acque che in alcune occasioni rasentano lo zero. 

La precisazioni di Ugo Vetere

«A Santa Maria del Cedro - dichiara Vetere - i lavori dell'allaccio fognario sono cominciati nel 1998 e sono stati ultimati nel 2009, prima la rete non esisteva. Pertanto, le infrazioni a cui fa riferimento la Ferrara, nel caso di Santa Maria del Cedro sono state commesse quasi vent'anni fa, tanto che nella sentenza del 31 maggio 2018 che condanna lo Stato italiani sui temi della depurazione, il mio Comune non rientra. Santa Maria del Cedro è capofila di un agglomerato composto da Diamante, Buonvicino, Grisolia, Maierà e Oromarso. Se poi la Ferrara vuole far apparire Oliverio un inetto, faccia pure, ma sappia che non lo è, che in questi anni ha stanziato diversi milioni per il miglioramento degli impianti. E comunque se vuole attaccare lui lo faccia indirettamente, non attaccando i sindaci». 

Le accuse al Comune di Diamante

Vetere, in ultimo, invita la Ferrara ad occuparsi invece di una questione ritenuta ancora più grave e che al momento è in una situazione di stallo. «Il Comune di Diamante - dice il primo cittadino - si ostina a non voler consegnare l'impianto di depurazione, fatto che impedisce la realizzazione dei lavori in tutto l'ambito designato. Il contratto prevede che la ditta affidataria posso dare il via ai lavori solo dopo la loro consegna. Perché nessuno si occupa di questo?».