VIDEO | Medicina territoriale svuotata nel centro del Lametino. Delle tante promesse che hanno accompagnato l’apertura della sede poche hanno avuto un seguito
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Se i presidi ospedalieri faticano a fare quadrare i bilanci e ad affrontare non solo quotidianità, ma anche le emergenze, la medicina territoriale che dovrebbe essere una stampella importante e decisiva spesso è ridotta all'osso, smembrata specie ora che con le limitazioni imposte dal Covid riuscire ad avere delle sentinelle negli hinterland diventa fondamentale.
È il caso del polo sanitario di Maida, nel Lametino. Ottocento metri quadrati dati in comodato d’uso dal Comune dove oltre alla guardia medica ha sede il consultorio, il centro prelievi e alcuni specialisti offrono le loro consulenze. Ma, rispetto alle premesse con il quale il Polo era nato, le carenze sono tante così come le richieste di attenzione rivolte nel tempo alle diverse autorità istituzionali dal sindaco Salvatore Paone che ora plaude alla notizia che proprio nei locali del Polo dovrebbe essere avviata la campagna vaccinale contro il Covid, ma chiede che non si continui a trascurare la medicina territoriale.
In particolare, gli specialisti sono presenti nel polo sanitario solo per poche ore al mese e tante e troppe sono le branche per le quali si attendeva l'arrivo di medici, ma senza alcun esito. Promesse su promesse disattese negli anni. Di far crescere il polo sembra non ci sia l'intenzione. «In attesa che la dirigenza dell’Asp riesca a programmare una sanità più efficace e vicina ai cittadini, in particolare ai più anziani e deboli, l’amministrazione comunale - spiega il primo cittadino - in questo periodo pandemico non è rimasta ferma, ma si è attivata per valorizzare la struttura in autonomia e attraverso il coinvolgimento dei medici di base. In particolare, utilizzando una parte dello stabile del polo sanitario, si è creato un punto fisso per eseguire tamponi rapidi, in una strategia di prevenzione e contrasto al virus che finora ha portato ottimi risultati sul territorio comunale».
Sempre qui ha sede il 118, peccato che la sede di Maida siano una di quelle in cui l’ambulanza è demedicalizzata. Quindicimila gli euro investiti per trasferire nei nuovi locali il servizio d’emergenza ma la mancanza di un medico sul mezzo di soccorso è una carenza notevole. «Un grave disservizio che mette fortemente a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini che non può essere tollerato e per il quale l’amministrazione continua a chiedere una soluzione» sollecita Paone.