«La Regione applichi le sue stesse ordinanze a partire dalla numero 20, in merito allo screening degli operatori sanitari ed il monitoraggio delle strutture residenziali». Lo chiede in una nota la segreteria Cgil "area vasta Cz- Kr-Vv" in una nota indirizzata alla Regione Calabria

 

«Non farlo minerebbe ulteriormente la credibilità istituzionale residua - attaccano i sindacalisti - già messa a dura prova dalle recenti dimissioni del capo della Prociv a seguito delle note vicende. Una ordinanza la numero 20 del 27 marzo 2020, sollecitata fortemente dalla Cgil, e largamente condivisibile in molto del suo contenuto, eppure rimasta inattuata».

 

«La Regione si mostri all'altezza dei cittadini calabresi - aggiungono dalla Cgil - che stanno attenendosi diligentemente alle ordinanze Regionali e nazionali pur nella loro draconiana espressione, la salute prima di tutto è il mantra lanciato attraverso i media e recepito dagli stessi cittadini, non si capiscono quindi i motivi per i quali lo stesso non valga per la Regione. Non ci risulta che gli operatori sanitari siano immuni eppure, proprio per chi deve garantire le cure ai pazienti non si è di fatto avviata alcuna campagna dedicata di screening e dei conseguenti tamponi, se non in limitatissimi casi e solo perchè obbligati dalla virulenza della casistica, come nel caso degli operatori della Rsa di Chiaravalle».

 

«Se l'ordinanza numero 20 - attacca la segreteria - è caduta nel vuoto per motivi contingenti relativi alla insufficienza dei tamponi o dalla mancanza dei reagenti lo si dica chiaramente, e ci si attivi nei confronti del Governo Nazionale, se cosi non fosse ci sarebbero chiare e gravi responsabilità politiche di carattere omissivo da parte della Regione. Si avvii realmente il monitoraggio delle Rsa, attuando l'indispensabile azione di sorveglianza attiva, garantendo il presidio medico in ogni struttura, o il trasferimento immediato in strutture idonee, dal momento che i degenti sono anziani e portatori di diverse patologie, e quindi estremamente vulnerabili. Non può e non deve ripetersi uno nuovo caso Domus Aurea di Chiaravalle che ha visto contagi di massa e morti, e che ancora non ha visto una soluzione adeguata per i degenti, una situazione per noi assolutamente inaccettabile».

 

La Cgil "Area vasta Cz Kr Vv" ritenendo che in questa delicata fase occorra coesione e senso di responsabilità collettiva, rilancia «l'appello alle Istituzioni preposte ed al presidente della Regione affinchè sferzi la macchina burocratica regionale, occorre scongiurare il rischio, sempre più probabile, di vanificare il lavoro e la dedizione eccezionali del personale medico e sanitario calabrese, che pur in condizioni di manifeste difficoltà e carenze strutturali, stanno svolgendo in modo encomiabile la loro missione».