Il lungo pomeriggio di Mimmo Lucano si è concluso poco prima delle 19. Il sindaco di Riace, dopo essere stato agli arresti domiciliari, attualmente ha il divieto di dimora nel suo stesso comune in quanto indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti nell'ambito di una indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Locri.

 

A Reggio Calabria, accompagnato dall’avvocato Andrea Dacqua, è stato ascoltato dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Lombardo. L’interrogatorio odierno ha focalizzato l’attenzione sugli esposti presentati dallo stesso primo cittadino di Riace alla Procura della città dello Stretto: «È andata bene, ci hanno ascoltati in merito agli esposti fatti, non posso dire altro» ha confermato Lucano.

 

Sulla città dell’accoglienza ribadisce il suo pensiero: «Riace deve avere giustizia rispetto alla chiusura dello Sprar e ai fondi che devono essere riconosciuti, per i servizi svolti. Per più di un anno e mezzo siamo andati avanti senza risorse con i bonus. Questo era uno degli argomenti messi in discussione». La cittadina della Locride poteva essere una “soluzione” ai tanti problemi collegati all’immigrazione e alle difficoltà legate all’accoglienza: «Ora l’ex ministro Minniti dice “Io sto con Riace”, ma quando era ministro dell’Interno non ha mai speso una parola, invece poteva fare molto. Sarebbe potuto venire a verificare i modelli». Tante cose sono state dette ma –assicura-  «alcune non sono affatto vere».

Intervista di Angela Panzera

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