Immaginate per un attimo di abitare a Mammola o Pazzano, e di avere urgente bisogno di recarvi in ospedale a Locri per una qualsiasi emergenza. Nella migliore delle ipotesi impiegherete almeno 40 minuti, nella peggiore un’ora e mezza. Doveva rappresentare la svolta della viabilità sulla fascia ionica dell’area metropolitana di Reggio. E invece da circa un mese 12 chilometri della variante 106 bis, inaugurata nel 2015, sono chiusi al traffico nel tratto Marina di Gioiosa-Locri per il rifacimento del manto stradale.

Secondo il comunicato diffuso dall’Anas nelle scorse settimane l’apertura dell’arteria direzione Locri era prevista il 30 settembre, ma ad oggi sull’asfalto campeggia il cartello dell’uscita obbligatoria sulla vecchia 106, con conseguenti disagi per gli automobilisti ma soprattutto per le ambulanze provenienti dall’area nord della Locride, costrette ad attraversare i semafori dei centri abitati con notevole aumento dei tempi di percorrenza verso l’ospedale di Locri. 

Ad essere penalizzati oltremodo i residenti nei paesi della vallata del Torbido e dello Stilaro. A complicare le cose anche la chiusura del percorso alternativo lungo due chilometri e mezzo parallelo alla 106 che collega Siderno a Locri. Il tutto nell’indifferenza generale dei sindaci, la cui associazione è ferma da 4 mesi.

La bretella nacque, dopo 30 anni attesa, per volontà politica, quando la deputazione calabrese era in grado di incidere nei palazzi romani e battere i pugni sui tavoli. Furono i senatori Sisinio Zito e Giuseppe Fimognari a presentare un emendamento al piano per le strade di grande comunicazione dell’allora governo di centrosinistra, inserendo la realizzazione della Roccella-Locri. 

I lavori furono consegnati nel 2011 per un importo di circa 100 milioni di euro e ultimati 4 anni dopo, per un’opera lunga 24 chilometri a doppia corsia che ha risolto soltanto in parte il problema della viabilità sulla fascia ionica reggina. La bretella infatti “muore” a monte della città di Zaleuco, nei pressi dell’ospedale, per poi ricongiungersi al vecchio tracciato dopo oltre un chilometro di attraversamento all’interno del centro abitato.

Si presenta angusto anche lo svincolo di Siderno in contrada San Leo, lungo un tortuoso budello che sbuca dietro lo stadio comunale. Poi il nulla. Ad oggi non è dato sapere quando la strada sarà riaperta alla circolazione. Quanto si dovrà ancora attendere?