Il procedimento scaturisce da un'inchiesta ciclopica, che ha permesso alla Dda di Reggio di ricostruire le gerarchie e gli organigrammi di ben 23 consorterie criminali della Locride
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È iniziato oggi a Locri il maxi processo scaturito dall’indagine “Mandamento Jonico, coordinata dalla Dda Reggina. Alla sbarra ben 168 imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici legati ai contributi comunitari all’agricoltura erogati dall’Arcea. Nel mirino dell’antimafia il mandamento jonico, il cuore della ’ndrangheta e riferimento delle sue articolazioni extraregionali, nazionali ed estere. Gli imputati detenuti saranno ascoltati in videoconferenza, mentre quelli a piede libero presenzieranno in aula.
Per l’occasione tutta l’area del tribunale di Locri è stata dichiarata “off limits”. Il Comune ha infatti rivoluzionato il piano della viabilità su viale Matteotti e in piazza Fortugno, predisponendo una serie di misure di sicurezza a garanzia del tranquillo svolgimento del processo.
Le indagini, scattate nel 2014, hanno consentito di individuare le gerarchie e gli organigrammi di ben 23 consorterie criminali della Locride, le cariche e le strutture interne, tra loro ordinate in senso piramidale, di cui la ’ndrangheta si è dotata negli ultimi anni. Gli arresti furono eseguiti dal Ros, dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio e dal Gruppo di Locri.
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