VIDEO | Accertato il mancato funzionamento dell'impianto e lo sversamento dei reflui fognari direttamente nel fosso Valente, confluente nel Mesima
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Non è rimasto inascoltato l’appello lanciato dagli zoologi marini, chiamati a studiare a fondo le cause dell’inquinamento del mare dopo il protocollo del 30 novembre scorso siglato fra le Procure di Vibo Valentia e Lamezia Terme.
I carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio ed i loro colleghi dell’Arma Forestale hanno scoperto una nuova bomba ecologica, destinata a colpire il fiume Mesima e, a valle, inondare di sostanze inquinanti il tratto di costa tirrenica del Vibonese. Sotto la lente è finito il sistema di depurazione comunale del Comune di Sant’Onofrio, operazione che ha consentito di accertare gravissime irregolarità.
In particolare, gli uomini della Benemerita hanno documentato, scandagliando un’area di oltre 600 metri quadrati, in contrada Tomarchiello, località Scarpaleggia, il mancato funzionamento dell’impianto e lo sversamento diretto dei reflui fognari direttamente nel fosso Valente, confluente nel fiume Mesima. Le verifiche hanno consentito di portare alla luce anche ulteriori fonti di inquinamento ambientale e, in particolare, la realizzazione abusiva di alcuni bypass all’impianto. Anche durante il suo funzionamento, quindi, si sarebbe comunque realizzato un illecito sversamento di materiale.
Immediata è scattata la segnalazione all’autorità giudiziaria dei responsabili di una società catanzarese che gestisce l’impianto, sottoposto a sequestro su disposizione della Procura di Vibo e, contestualmente, affidato in custodia al sindaco. Al vaglio anche la posizione di personale dell’Ufficio tecnico e di una ditta appaltatrice di alcuni lavori nel sito.