Parlare di emergenza zona Nord di Catanzaro forse è eccessivo, ma l'urgenza c'è. Tutta. E sono parecchi fatti, oltreché le persone come ovvio, a certificarlo, seppur nell'indifferenza generale. O, quantomeno, nel disinteresse della politica locale. Persino adesso che siamo in piena campagna elettorale per Palazzo De Nobili, periodo in cui di solito una strada dissestata bitumata al… volo o un "salvifico" intervento last minute non lo si nega. A nessuno. Certo, forse dal quartiere dello Stadio a salire mancano i clamori - anche mediati - del delicato tema sicurezza come nell'area Sud. È innegabile.

Ma problemi quali il totale stato di abbandono del grande cimitero di via Francesco Paglia o degli spazi verdi del quartiere, soltanto occasionalmente oggetto del taglio dell'erba e per giunta a "macchia di leopardo" come in questi giorni, non risolve di sicuro la brutta situazione. Che con l'approssimarsi dell'estate produrrà effetti nocivi che ricadranno sulle cosiddette fasce deboli della popolazione. In particolare gli anziani, i quali al mare o in montagna per le vacanze non ci andranno o magari solo di rado salvo invece recarsi al camposanto. Quello sì. In determinati casi addirittura ogni giorno o comunque più volte a settimana. E se pure avranno la fortuna di percorrere a piedi appena qualche centinaio di metri su marciapiedi finalmente in tutto o, in parte, liberati dalle erbacce dovranno poi per forza addentrarsi nella giungla cimiteriale. Una savana metropolitana a cui i cittadini stanno scattando parecchie foto.

Ma il punto è che già a inizio 2018 e poi nel 2019, vale a dire nella prima parte dell'ennesima consiliatura targata Sergio Abramo, tanto i consiglieri comunali di opposizione di Cambiavento con Gianmichele Bosco quanto il componente della maggioranza Antonio Mirarchi, per la verità, in forma pubblica  denunciavano rispettivamente il degrado del rione Pontepiccolo parlando di microdiscariche abusive all'interno di terreni privati, dell'immancabile abbandono a se stessa della vegetazione e naturalmente della condizione negletta del cimitero. Non l'unico, peraltro, a versare in uno stato di precarietà, per così dire, essendo accomunato in fatto di trascuratezza agli altri di Gagliano, Santa Maria e Lido. Che non se la passano meglio. Anzi, tutt’altro.

Eppure rimarcava a più riprese sulla stampa già anni fa, ad esempio, il citato Mirarchi che «malgrado una mozione ad hoc votata all'unanimità nel penultimo (riferito ad allora, ndr) civico consesso rimasta inattuata seppur con la trasmissione della nota in assessorato mancano ancora tante scale e vi sono fontane rotte, fili penzolanti o calcinacci cadenti dalle balconate. E spiace constatarlo per l'importanza del luogo, ma anche per il fatto che la rete cimiteriale nel suo complesso è l'unica per cui si dispone di una cospicua dotazione finanziaria autonoma pari a circa 1 milione e 300mila euro annuo ricavato dalle tasse ad hoc. Somma finora non impiegata nel modo migliore per mettere mano a tanti aspetti deteriori da sanare». Come premesso, vi è però anche la segnalazione di degrado depositata da Bosco al competente settore Igiene del Municipio e girata "per conoscenza" all'assessore al ramo del tempo in data 15 maggio 2018 che metteva in risalto un abbandono che, oggi come allora, purtroppo perdura, addirittura sotto elezioni. Il che è tanto dire per la "povera zona Nord".