Sono tutt'altro che circoscritti i focolai di lingua blu che si stanno estendendo nei territori limitrofi al Crotonese, dove la malattia degli ovini ha iniziato a manifestarsi. Altri casi, ma al momento limitati, si registrano anche nel Catanzarese e nel Cosentino.

A confermarlo è il direttore di Coldiretti Calabria, Pietro Bozzo, che parla di un fenomeno non ancora arginato: «Vorremmo tutti sperare che la fase peggiore sia passata ma purtroppo non è così» ha chiarito. «Credevamo che l'abbassarsi delle temperature potesse diminuire il tasso di mortalità, così non è perché continuiamo a ricevere segnalazioni di capi morti per numeri pari a quelli registrati nel mese di agosto».

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Una cinquantina i focolai dichiarati ma si tratta di un dato probabilmente sottostimato, la Coldiretti lancia così un appello agli allevatori: «Dobbiamo suggerire agli allevatori che percepiscono la presenza di infezioni in azienda di avvisare immediatamente le istituzioni preposte e attivare i protocolli». Si tratta di misure di contenimento predisposte dalla Regione d'intesa con i Comuni: «L'interramento tramite l'utilizzo di calce con una breve relazione tecnica che attesti l'idoneità del sito per questo genere di smaltimento, sono state poi avviate le disinfestazioni delle aziende ma quel che bisogna fare in questo momento è cercare come aiutare gli allevatori».

Il principale ostacolo alla segnalazione dei focolai è il timore di ingenti danni economici con il blocco della commercializzazione dei capi e della vendita delle produzioni. La Coldiretti, tuttavia, ha inteso rassicurare sull'imminente adozione da parte della Regione di misure di sostegno: «So che a breve verrà pubblicato un bando che consentirà di ottenere una ristrutturazione finanziaria per le imprese che hanno rate di mutui. Chiaramente un'azienda che non può produrre e vendere il prodotto avrà difficoltà a fine mese a pagare le scadenze ma vanno anche individuate delle forme di incentivi perché ciò che si percepisce è la disperazione, i capi sono per gli allevatori parte della famiglia».  

La variante di malattia attualmente in circolazione è ritenuta più aggressiva, a rischio ci sono anche prodotti di particolare pregio. «Il crotonese è il regno del pecorino crotonese dop ma vale per tutti gli allevatori - ha aggiunto ancora Bozzo - si rischia di perdere un indotto non solo per le aziende agricole ma anche la forza lavoro. Il nostro timore è che possa venire e mancare latte di pecora in Calabria, e questo potrebbe essere un grave danno economico».