Due funzionari prefettizi ai domiciliari e l’impiegata cognata del capocosca di Tropea indagata a piede libero, accusata di rivelazioni di segreti d'ufficio
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Acque agitate per la Prefettura di Vibo Valentia. L’inchiesta della polizia e della Dda di Catanzaro, con in testa il procuratore Nicola Gratteri ed i pm Antonio De Bernardo, Andrea Buzzelli e Andrea Mancuso scuote infatti l’Ufficio territoriale del Governo per via di diverse vicende che emergono dall’indagine e che però si muovono tutte lungo un’unica direttrice: un “viaggio” di andata e ritorno (senza soste intermedie) da Vibo sino a Tropea.
Da un lato, infatti, abbiamo due funzionari della Prefettura che si trovano agli arresti domiciliari con l’accusa di aver rivelato all’imprenditore Costantino Trimboli (anche lui indagato) notizie riservate e coperte da segreto in relazione ad alcuni provvedimenti interdittivi antimafia che interessavano le sue società (ed uno degli arrestati ai domiciliari – Rocco Gramuglia – fa parte della segreteria del prefetto), dall’altra abbiamo l’arresto in carcere di un geometra, Pasquale Scordo (risponde per concorso esterno in associazione mafiosa, clan Mancuso) che è il padre di un dirigente del Comune di Tropea, mentre per l’ennesima volta è stato arrestato pure il già marito di un attuale assessore comunale di Tropea, ovvero quel Gaetano Muscia che – unitamente all’allora consigliere di minoranza (e oggi assessore) con cui è convolato a nozze – compaiono nella relazione di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea del 2016 per infiltrazioni mafiose.
Tali ultimi avvenimenti hanno portato anche ieri il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra – seguito a ruota dal consigliere comunale di Tropea Antonio Piserà – a richiedere nuovamente al prefetto di Vibo, Roberta Lulli, l’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Tropea per accertare eventuali infiltrazioni mafiose, soprattutto alla luce di ben altri rilievi sollevati da Morra nei mesi scorsi e rimasti, ad oggi, senza risposte (l’accesso agli atti è stato richiesto nei mesi scorsi anche dal consigliere comunale Massimo L’Andolina e dall’ex assessore Massimo Pietropaolo).
Ma c’è un altro capitolo dell’inchiesta Olimpo del procuratore Gratteri che agita (e non poco) le acque in Prefettura a Vibo Valentia e che conduce sino a Tropea.