VIDEO-INTERVISTE | L'ex dipendente di Trenitalia: «Io trattato come un delinquente. L’azienda anziché mettermi da parte doveva premiarmi». Il 14 novembre iniziera il processo "di merito" contro il licenziamento. Colombo (Filt-Cgil): «Siamo al suo fianco»
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A Reggio Calabria si è svolto stamani l’undicesimo congresso della Filt-cgil. Mobilità, trasporti, infrastrutture ma, anche la tutela dei lavoratori: questi i temi trattati. Tra i presenti c’era Nino Pulitanò, già dipendente Trenitalia e responsabile della sicurezza che, dopo aver denunciato la presenza di tonnellate di amianto, in un deposito ferroviario nei pressi della stazione centrale, è stato licenziato. Il sito è stato poi bonificato; bonificato grazie alla sua attività. «L’azienda anziché mettermi da parte doveva premiarmi- ha dichiarato Pulitanò alla nostra testata. I problemi che ho portato avanti erano problemi alla luce del sole. Mi hanno mandato a casa come un delinquente».
La lettera di licenziamento è arrivata nell’ottobre del 2017, poche ore dopo le sue dichiarazioni alla stampa. Per l’amministratore delegato di Trenitalia Orazio Iacono non c’è alcun collegamento tra i fatti. «È un caso- dice ai nostri microfoni. Non è una ritorsione. Abbiamo agito così a causa dei suoi comportamenti definiti da noi non conformi alle regole». Nonostante quanto dichiarato da Iacono la vicenda però è molto strana: Pulitanò rilascia l’intervista e nella stessa giornata viene licenziato. Al momento però, è stata la stessa Trenitalia ad essere sanzionata. «I provvedimenti disciplinari-afferma Pulitanò- che hanno portato al mio licenziamento, già due si sono conclusi al Tribunale di Roma e sono stati entrambi a favore mio anzi l’azienda è stata condannata per il comportamento nei mi confronti».
Il lavoratore quindi, si è opposto al licenziamento “per giusta causa” e affronterà dinnanzi al giudice del lavoro di Roma il processo “ di merito” che inizierà il 14 novembre. «Lo scopo dell’azienda è quello di lasciarmi fuori per non portare avanti altre problematiche. Questa è la verità, chiosa Pulitanò. Sono io che devo decidere eventualmente se andare in pensione, non me lo possono imporre. Io però, sottolinea, determinati fatti li porterò alla luce lo stesso; anche se non rientrerò più in servizio. Ma non lo faccio per me ma, per i lavoratori che devo tutelare e che mi hanno votato per essere rappresentanti».
L’amarezza per lui è davvero grande ma, è anche grande la sua determinazione per aver fatto la cosa giusta. «In Italia abbiamo assistito a diverse stragi come quella di Pioltello, Viareggio, Andria, i dirigenti sono stati tutti premiati. Condannati dalla giustizia ma, premiati dalle aziende. Al posto di essere arrestati, sono stati promossi. Ed io che ho difeso la mia città, e i lavoratori da un problema molto grave, sono stato mandato a casa. Io ho salvato vite umane, ha concluso Pulitanò, loro hanno ammazzato». La sigla sindacale della Filt-cigl si dice al suo fianco. «Siamo vicino a tutti i lavoratori- ha dichiarato il segretario nazionale Natale Colombo- soprattutto vicino a quei lavoratori che hanno portato avanti battaglie giuste. Non solo per il profilo personale ma anche sotto il profilo collettivo».