Interrogazioni parlamentari al veleno, mail di fuoco e un aggressione verbale al funzionario governativo Michele di Bari: le accuse all’esponente di centrodestra
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Prenderà il via il prossimo 27 marzo a Modena il processo contro l’ex senatore ed esponente del centrodestra Carlo Giovanardi. Giovanardi andrà a giudizio per minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.
L’ex parlamentare era indagato per presunte pressioni nei confronti della Prefettura affinché riammettesse alcune imprese nella propria “White List” per i lavori della ricostruzione post sisma in Emilia. Si tratta di aziende di cui i titolari erano indagati (poi condannati) nell’ambito del processo “Aemilia” contro i clan della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna.
Le carte dell’indagine, secondo quanto riferisce Repubblica, parlano di interrogazioni parlamentari al veleno, mail di fuoco, lettere ufficiali e ufficiose, riunioni e incontri con imprenditori vicini alle cosche, oltre a tutta una serie di minacce, più o meno velate, ad esponenti della prefettura di Modena e a ufficiali delle stesse forze dell’ordine che con la Prefettura modenese lavoravano alle interdittive antimafia.
Per gli investigatori quelle aziende dovevano essere tagliate fuori perché, secondo i controlli, erano a rischio infiltrazioni mafiose per mano della cosca Grande Aracri (cosa poi dimostrata al processo). A quel punto gli imprenditori modenesi iniziarono a muoversi rivolgendosi a Giovanardi e ottenendo da lui un impegno fuori dal comune. Per la Dda bolognese si trattò un interessamento «invasivo e illecito», al punto che, oltre a Giovanardi, finirono poi nei guai anche alcuni funzionari della prefettura, accusati di aver sostenuto incautamente l’intervento del parlamentare.
In particolare l’ex parlamentare minacciò persino il prefetto di Modena dell’epoca, Michele di Bari, «aggredito verbalmente in diverse occasioni per ottenere la mutazione dei provvedimenti adottati nei confronti di Bianchini».