Ancora non c’è la certezza, ma le probabilità che a Laureana di Borrello arrivi una commissione d’accesso antimafia sono davvero altissime. Tutti gli atti dell’inchiesta “Lex”, infatti, sono stati inviati al prefetto di Reggio Calabria affinché decida sul da farsi. Gli inquirenti sono convinti che, dalle risultanze investigative, emerga con forza il condizionamento dell’attività amministrativa del Comune.

 

Scacco alle cosche di Laureana: 41 arresti. In manette anche un assessore

 

Basti pensare che in cella, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, è finito un assessore, Vincenzo Lainà, ritenuto il referente politico della cosca Chindamo-Ferrentino. Le accuse, per lui, non sono delle più leggere: sfruttando la sua delega al “verde pubblico, agricoltura, manutenzione, tradizione e servizio idrico, servizi demografici, viabilità, fiera ed artigianato”, avrebbe contribuito al raggiungimento delle finalità della cosca, attraverso l’aggiudicazione di appalti pubblici in favore di “aziende mafiose”, scrivono gli inquirenti. Lainà avrebbe pilotato lo svolgimento di una gara d’appalto, fornendo al responsabile dell’ufficio tecnico/lavori pubblici del Comune di Laureana, il nominativo delle ditte da invitare.

 

Ditte che, però, alla fine o non partecipavano, o venivano escluse per motivazioni formali. Ma vi è di più. Sempre secondo la ricostruzione della Dda, Lainà avrebbe avuto un ruolo importante nelle assunzioni di ditte aggiudicatarie di servizi pubblici (come la raccolta differenziata porta a porta) e come strumento di comunicazione alle famiglie di mafia circa le “visite” delle forze dell’ordine al Comune.


Perché di materiale, i carabinieri al Comune di Laureana, ne hanno prelevato davvero parecchio. E sono stati momenti di grande tensione per l’assessore e altri soggetti. Quella presenza di uomini in divisa ha indotto a pensare che vi fosse un’indagine aperta su ciò che accadeva all’interno del municipio della cittadina pre-aspromontana.


Si deve a Vincenzo Lainà, dicono i magistrati, l’assegnazione alla ditta “DG Lavori edili” di Antonino Digiglio, alias “u liraru”, dei lavori manutentivi della struttura sportiva di Laureana e di riempimento delle buche lungo il tratto di strada Candidoni-Laureana ed in generale di tutti i lavori affidati direttamente o tramite gara pubblica alla medesima impresa.


Determinanti sono state le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia del tutto “nuovi”, le cui propalazioni, per la prima volta, hanno trovato utilizzo in atti processuali. Ma fondamentali sono state pure le parole dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Laureana di Borrello. Proprio la sua figura è stata rimarcata dal Procuratore Federico Cafiero de Raho, che ha ricordato come questi abbia avuto il coraggio di tirarsi fuori e raccontare come stavano realmente le cose. Il resto l’hanno fatto le intercettazioni telefoniche ed ambientali, dando un quadro piuttosto chiaro di quale fosse l’andamento all’interno del municipio di Laureana di Borrello. (mc)