Scacco alle cosche di Laureana: 41 arresti. In manette anche un assessore (NOMI-FOTO-VIDEO)

La cosca Lamari di Laureana di Borrello si sarebbe inserita nella gestione della Polisportiva Laureanese. Sequestrati anche 10 tra beni immobili e attività imprenditoriali per un valore di oltre 30 milioni di euro
di Redazione
3 novembre 2016
06:52

Nella mattinata odierna, nella provincia di Reggio Calabria e in quelle di Roma, Milano, Vibo Valentia, Pavia, Varese, Como, Monza-Brianza e Cagliari, si è tenuta una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria per l’esecuzione di 41 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nonché di numerose perquisizioni.

 


I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni e incendio, con l’aggravante del metodo mafioso.

 

Secondo le indagini, la cosca Lamari di Laureana di Borrello si sarebbe inserita nella gestione della Polisportiva Laureanese, inserita nel Campionato di Promozione girone "B", con episodi di combine dei risultati di almeno due incontri di calcio.    

 

L'inchiesta, denominata "Lex", ha colpito il "Locale" di Laureana di Borrello formato dalle famiglie Ferrentino-Chindamo e Lamari con ramificazioni nel reggino ed in varie province. Le attività, avviate dalla Compagnia di Gioia Tauro nel giugno 2014, si sono avvalse anche delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

 

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 10 tra beni immobili e attività imprenditoriali a Laureana, Vibo Valentia, Voghera (Pavia) e Bregnano (Como) per un valore di oltre 30 milioni di euro.

 

C'è anche un assessore del Comune reggino di Laureana di Borrello, Vincenzo Lainà, tra le persone fermate dai militari dell’arma. Lainà è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, pur non facendo parte stabilmente del 'locale', sarebbe stato il referente politico.

 

I nomi dei destinatari del provvedimento di fermo:

 

Marco Ferrentino, 36 anni; Tiziana Pettè, 35 anni; Alla Bielova, 27 anni; Alessio Ferrentino, alias “u stuccaru”, 38 anni; Francesco Ferrentino alias “u zassu”, 26 anni; Antonino Di Giglio, alias “u liraru”, 41 anni; Alessio Ferrentino, 32 anni; Giuseppe Di Masi, 28 anni; Giuseppe Pititto, 41 anni; Josè Signorello, 29 anni; Giovanni Sibio, 27 anni; Salvatore Monea, 42 anni; Francesco Lamanna, 30 anni; Antonello Lamanna, 41 anni; Vincenzo Piromalli, 47 anni; Mario Bevilacqua, 44 anni; Fabio Aschei, 55 anni; Pasquale Pettè, 49 anni; Pasquale Di Masi, 30 anni; Francesco Prestia, 40 anni; Francesco Tarantino, 40 anni; Marina Panigo, 57; Fabio Mezzasalma, 53 anni; Albino Marafioti, 31 anni; Giorgia Ferrari, 21 anni; Isabella Salvo, 47 anni; Diego Freitas De Siqueira, 30 anni; Alberto Chindamo, 28 anni; Vincenzo Lamari alias Enzo, 49 anni; Angelo Lamari, 49 anni; Mattia Lamari, 19 anni; Fabio Mastroianni, 29 anni; Natale Papandrea, 25 anni; Claudio Napoli, 40 anni; Andrea Prossomariti, 43 anni; Vincenzo Lainà, 53 anni; Francesco Antonio Ciancio, 21 anni; Maurizio Oppedisano, 35 anni; Felice Zito, 25 anni; Andrea Mandaglio, 21 anni; Giovanni Mandaglio, 23 anni.

 

Dei fermati Giorgia Ferrari, Isabella Salvo, Andrea Mandaglio, Giovanni Mandaglio e Felice Zito sono stati posti agli arresti domiciliari.

 

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