Posti i sigilli anche a diverse società gestite da un imprenditore originario del Crotonese ma residente da anni in Emilia Romagna. L'uomo è ritenuto collegato alle cosche calabresi
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Beni immobili e mobili, diverse società e conti correnti per un valore complessivo di oltre 13 milioni di euro sono stati sequestrati da polizia di Stato e guardia di finanza di Parma. Posti i sigilli anche a diverse società gestite dall'uomo residente da anni in Emilia Romagna e ritenuto collegato alle cosche calabresi.
Il sequestro è stato disposto con un decreto emesso dal tribunale di Bologna sezione misure di prevenzione su proposta congiunta del procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, e del questore di Parma, Massimo Macera.
Fra i beni sequestrati, una ventina di immobili a Parma, alcuni a Riccione e all’Isola d’Elba, numerosi terreni e immobili a Crucoli, in provincia di Crotone, società e quote di partecipazioni societarie (a Parma e in provincia di Crotone) conti correnti bancari, auto e moto. Destinatario del provvedimento è un imprenditore 53enne originario della provincia di Crotone, ma attivo ormai da anni nel Parmense, in diversi settori, con interessi prevalenti nell’impiantistica industriale.
L'uomo risulta essere titolare e socio di numerose imprese con un ingente volume d’affari, in larga parte radicate in Emilia Romagna,ed era punto di riferimento, secondo il quadro accusatorio, della consorteria 'ndranghetistica cirotana. Per gli investigatori, l’imprenditore, pluripregiudicato, rivestiva il ruolo di finanziatore del sodalizio mafioso, mettendo a disposizione dell’organizzazione criminale, per il perseguimento degli interessi del sodalizio, le proprie risorse economiche e attività imprenditoriali.
Sempre secondo l’accusa, il 53enne aveva assunto dentro alle proprie aziende persone selezionate dal “direttorio” della cosca, ciò anche allo scopo di “proteggere” l’attività imprenditoriale da pressioni eversive di altri clan. L’ingente sequestro è stato realizzato anche con il supporto del servizio centrale anticrimine della polizia di Stato che ha seguito le operazioni di acquisizione e di materiale presa in possesso dei beni, insieme alla divisione anticrimine della Questura di Parma e al nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza. Le operazioni sono ancora in corso.