Sono esasperati. Il raccolto è andato perso. Niente erba, niente fieno e niente cibo per gli animali. La sementa, da pagare ai fornitori, che non ha dato i frutti sperati. Succede a Zungri, paese delle Grotte alle porte di Vibo Valentia. Paese a vocazione agricola, com'è dimostrato dalle ampie distese coltivate a uliveto.
Succede che il 19 dicembre scorso, nell'operazione Rinascita Scott, finisce anche l'azienda agricola di Peppone Accorinti, il temuto boss del Poro. Arrestato con l'accusa di associazione mafiosa, omicidio estorsioni e danneggiamenti.

 

Sono sue le vacche che pascolano indisturbate nei terreni. Vacche sacre, intoccabili. «Sfuggite - ci racconta il sindaco Franco Galati - al sequestro. Non erano nella stalla». E così, oggi, vivono allo stato brado, libere di pascolare e libere di distruggere il raccolto. Incontriamo tre delle decine di agricoltori che hanno perso tutto.

 

Chiedono risarcimenti economici, ma soprattutto interventi per allontanare le bestie dai loro campi. Si sono rivolti al sindaco che si dice solo: «impossibile catturare gli animali con soli due vigili a disposizione». Il primo cittadino ci fa sapere di avere informato le forze dell'ordine e la Prefettura. «Serve un intervento congiunto tra noi, le forze dell’ordine e l’Asp al fine di catturare gli animali».

 

Ci mettiamo sulle loro tracce. Non ne scorgiamo nemmeno una. «Escono dal tramonto all'alba», confermano gli agricoltori. Neppure le recinzioni sono sufficienti ad impedire il loro passaggio. «L'annata 2020 è andata persa», nessuno è più libero di coltivare i terreni da queste latitudini. Qui dove il pascolo abusivo è tollerato da anni, ma fino a due mesi fa erano solo i greggi di pecore il problema, ora che cinquanta bovini si aggirano sulla collina, è più serio e i danni sono ingenti. E così, la già fragile economia del territorio rischia di uscirne gravemente danneggiata.