Per gli investigatori della Dda di Milano che lo accusano di un omicidio commesso nel 1992 è il ras dei parcheggi di San Siro. Peggio, è considerato addirittura «diretta emanazione della ’ndrangheta in città». Giuseppe Caminiti è stato arrestato nel settembre 2024 nell’inchiesta Doppia Curva, poi a ottobre per un cold case: il delitto di Fausto Borgioli, braccio destro di Francis Turatello, protagonista della mala milanese degli anni 70 assieme a Renato Vallanzasca e Angelo Epaminonda.

Caminiti, originario di Taurianova, nelle intercettazioni dell’inchiesta che ha svelato i legami tra ultrà e criminalità organizzata, rievoca i ricordi di uno zio che avrebbe avuto un ruolo nel locale ’ndranghetista di Seminara e mostra di avere molte conoscenze nel sottobosco che popola San Siro e sugli affari dello stadio ha mire più o meno lecite.

Il cellulare di Caminiti e le chat con i calciatori

Il 28 settembre 2024, durante una perquisizione a casa di Caminiti, la Guardia di finanza sequestra il suo cellulare e analizza le 2.754 chat presenti nel dispositivo. L’attività, che finisce in un’informativa agli atti dell’inchiesta, serve a «cristallizzare i rapporti diretti» del ras calabrese dei parcheggi «con calciatori ed ex calciatori di Inter, Monza e Milan e con alcuni soggetti di interesse nelle rispettive dirigente». Nessuna delle persone che scambiano messaggi con Caminiti è indagata né si può ipotizzare che sapessero di aver a che fare con un personaggio sul quale grava l’ombra di rapporti da chiarire con la criminalità. Insomma, non c’è nulla di penale.

Da Tommaso Inzaghi a Brozovic: le star che cercavano Caminiti

Dal ventre di San Siro, però, Caminiti – che secondo i magistrati antimafia avrebbe gestito i parcheggi proprio grazie ai suoi legami con la criminalità – riusciva a entrare in contatto con le stelle del calcio. Mezza Inter lo cercava per chiedere favori. E lui cercava di accontentare tutti. Da Tommaso Inzaghi, procuratore e figlio dell’allenatore Simone a Calhanoglu e Frattesi. E poi anche Bastoni e Barella e alcuni ex nerazzurri come Nainggolan (che è coinvolto in un’inchiesta sul narcotraffico in Belgio) e Brozovic (che all’epoca dei messaggi militava nell’Inter). Viene citato anche Lukaku che avrebbe però usato un intermediario per contattare il calabrese.

Dal figlio dell’allenatore, Caminiti avrebbe ottenuto un biglietto quasi introvabile per una partita contro la Lazio, pare per intercessione del padre («certo che sa chi sono, tu digli Pino quello del parcheggio»). Un favore fatto anche per via di quello che pare un rapporto consolidato: «Mi hai sempre dato una mano quando avevo bisogno – dice Tommaso Inzaghi – senza mai chiedere niente. Cercherò sempre di farti un favore, io e mio padre».

Con il centrocampista Calhanoglu lo scambio di «frate» e cuoricini è costante. Davide Frattesi, altro centrocampista di Inter e Nazionale, chiede un posto auto per un familiare e promette in cambio una maglia firmata («Grande Pinu’, oggi la maglia è tua»). Caminiti è a disposizione di tutti, distribuisce pass auto e sostegno da tifoso.

A Bastoni chiede una maglia («se non hai preso altri impegni») e gli inoltra i messaggi di un amico che dice di avere un figlio ricoverato a Vimercate: il regalo è per quel bambino. E, qualche mese dopo, per un ragazzo disabile. Bastoni offre cimeli e video di saluti in cambio di braccialetti per hospitality e parcheggi riservati.

Stesso scambio di favori con Barella, altra stella nerazzurra: la chat contiene, appuntano i finanzieri, «molti messaggi nei quali il calciatore chiedeva, in più occasioni, di far passare suoi conoscenti/parenti a piedi dalla rampa». Caminiti, al solito, «si rendeva disponibile e in cambio richiedeva un video di auguri da parte di Barella, da condividere, e delle magliette da donare a bambini malati».

Il selfie con Lautaro Martinez

Anche l’analisi delle foto contenute nel cellulare del ras dei parcheggi resituiscono dettagli dei suoi rapporti con esponenti del calcio: buste ritirate dai parcheggi, conteggio di contanti e scatti «con soggetti di interesse». Caminiti posa con il bomber Lautaro Martinez e poi con Andrea Beretta (oggi pentito, ex capo dei tifosi dell’Inter e assassino di Antonio Bellocco) e un gruppo di ultrà della Curva Nord. Una vita che ruota attorno ai parcheggi vip della Scala del calcio e ai contatti con le star che calcano quel palcoscenico storico. Tutte inconsapevoli dei legami che, per Caminiti, la Dda di Milano ipotizza. E che portano tutti al tentativo della ’ndrangheta di entrare in nelle curve milanesi dalla porta principale. O, magari, dai parcheggi sotterranei.