L'appezzamento agricolo situato a Umbriatico era stato posto in vendita dopo una procedura di espropriazione nei confronti di Domenico Rizzo che voleva tornarne in possesso. Il legale avrebbe partecipato agli incontri che hanno indotto il legittimo acquirente a recedere intimidito dal metodo mafioso
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Estorsione aggravata dal metodo mafioso. È questa l'accusa contestata all'avvocato catanzarese Gennaro Pierino Mellea finito oggi agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che ha ricostruito gli assetti criminali della locale di Cirò Marina.
Mellea è accusato, in concorso con Gaetano Mammolenti, Luigi Lettieri, Luca Frustillo, Luigi Vasamì, Domenico e Francesco Rizzo, di aver costretto un imprenditore agricolo di Strongoli, Domenico Ceraudo, a recedere dalla procedura di acquisto di un terreno ad Umbriatico che quest'ultimo si era aggiudicato al termine di una procedura espropriativa intrapresa da Ismea nei confronti di Domenico Rizzo, iniziale assegnatario del terreno.
Entrambi i fratelli Rizzo, assieme all'avvocato Mellea e successivamente con il contributo di Luigi Lettieri e Gaetano Mammolenti avrebbero incontrato personalmente l'imprenditore agricolo e «facendo leva sul vincolo mafioso» gli avrebbero intimato a cedere il terreno e a rinunciare alla procedura di acquisto per il quale Ceraudo aveva già versato una cauzione di 20mila euro.
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«Nella vicenda è emerso il coinvolgimento di un avvocato catanzarese, Gennaro Mellea, che in nome e per conto dei Rizzo aveva avvicinato l'imprenditore Domenico Ceraudo per convincerlo a cedere i terreno acquisiti dalla società Ismea» annota il gip Arianna Roccia nella ordinanza di applicazione delle misure cautelari.
Lo stesso Ceraudo lo nomina in una serie di conversazioni intercettate nell'ottobre del 2018. «Io già all'avvocato, questo qua di Catanzaro, l'avvocato Mellea gli ho detto: "Avvocà io non faccio nessuna cosa e te lo dico qua davanti a loro e al commercialista. Non faccio nessuna cosa che è controproducente. Se c'è la disponibilità garantito a livello di leggi Domenico (Rizzo ndr) si può prendere la terra. Da persona educata, sono io che mi metto dietro. Tu mi dici: "Domé c'è questo, ok? E se c'è questo che lui se lo acquista, va bene».
Secondo la ricostruzione del gip, infine, «Ceraudo perde la disponibilità del terreno, il quale è tornato nella disponibilità dei Rizzo». Ciò emerge da un accertamento eseguito per il tramite di Ismea: «In data 23/10/2018 Domenico Ceraudo è entrato in possesso del fondo, in data 5/4/2018 ha presentato una proposta d'acquisto irrevocabile per 180 giorni». Quindi il fondo è stato aggiudicato per un prezzo complessivo di 263mila euro versando un deposito cauzionale di 26mila euro. Nel marzo del 2019, tuttavia, Ceraudo rinuncia alla aggiudicazione del fondo che viene successivamente messo in vendita sulla Banca delle Terre Agricole e aggiudicato all'azienda agricola Rossella Ammannato per il prezzo di 162mila euro.
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«Da accertamenti effettuati presso la Camera di Commercio l'azienda agricola con sede ad Umbriatico è risultata intestata a Rossella Ammannato, coniugata con Domenico Rizzo, colui il quale ha posto in essere l'attività delittuosa nei confronti dei Domenico Ceraudo».