È quanto emerge dall’inchiesta dei carabinieri che ha portato a sei fermi vergati dalla Dda di Catanzaro. Significativa anche un’altra conversazione in cui la moglie di Sabatino Di Grillo avrebbe rinfacciato al marito l'attentato: «Siete una schifezza»
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Sono state le intercettazioni a rivelarsi fondamentali per le indagini che hanno portato in carcere sei componenti della famiglia Mancuso-Di Grillo con l’accusa di aver pianificato l’attentato in cui ha perso la vita con un’autobomba Matteo Vinci. Ma anche di aver posto in essere in precedenza il violento pestaggio - per poco non costato la vita - ai danni di Francesco Vinci.
Importanti si sono poi rivelate alcune visite fatte in casa di Rosaria Scarpulla da parte di alcuni componenti della famiglia Mancuso all’indomani dell’attentato. Visite che, probabilmente, non ci sarebbero mai state se la madre della vittima fosse stata scortata e non sottoposta a tutela. Le scelte vincenti degli inquirenti per arrivare alla risoluzione del caso sono rafforzate proprio da alcune intercettazioni.
Come quella in cui Vito Barbara (genero di Rosaria Mancuso) cerca di informarsi sulle notizie pubblicate sui giornali in merito alla vicenda, rammaricandosi del fatto che Francesco Vinci si è salvato: «Secondo me – diceva Barbara – quando esce più forte vengono i ‘cani’ non serve neanche che ce lo pulizzamo più è finita la pacchia».
I “cani” sarebbero i carabinieri, mentre Francesco Vinci veniva definito un “cancro” dai componenti della famiglia Di Grillo-Mancuso. Ancora più significativo un altro colloquio intercettato nel carcere di Asti dove da tempo si trova detenuto Sabatino Di Grillo, il figlio di Rosaria Mancuso, coinvolto e condannato nell’ambito dell’operazione antimafia della Dda di Milano denominata “Grillo Parlante” per aver promosso e diretto in prima persona un’associazione mafiosa in Lombardia divenendo a Milano e dintorni il referente ed il gestore di tutti affari illeciti per conto della famiglia Mancuso di Limbadi.
Nella sala colloqui della casa circondariale, Sabatino Di Grillo ha avuto una discussione con la moglie Daniela Mazzeo. La donna ha rinfacciato al marito anche l’attentato che la sua famiglia ha portato a termine contro i Vinci: «Fallo, fallo, come ha fatto tua madre? Questo siete! Una schifezza! Una schifezza!.. Sei una merda! Tu sei una merda come la famiglia di tuo padre perché avete i coglioni per bla bla bla e far scoppiare bombe…cazzate…e infatti si è visto, lo avete fatto!». Dalle intercettazioni emerge anche il rammarico di Vito Barbara per non essere riuscito ad uccidere nell’ottobre del 2017 Francesco Vinci, brutalmente aggredito con un forcone e gravemente ferito. Vito Barbara l’avrebbe però creduto morto dopo essere stramazzato al suolo e solo per questo - unitamente al suocero Domenico Di Grillo - si sarebbe fermato nel colpirlo. Una violenza inaudita per un piano ben preciso e portato avanti sin dal 2014: impadronirsi di tutti i terreni confinanti con quelli dei Mancuso-Di Grillo. Non solo l’appezzamento di terra dei Vinci sarebbe stato quindi nel “mirino” della famiglia Mancuso-Di Grillo, ma anche altri proprietari terrieri. Per gli operai chiamati a lavorare le terre, del resto, i Mancuso erano semplicemente la ‘ndrangheta. E contro la ‘ndrangheta era meglio farsi i fatti propri, pena la morte.
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