Più che risolutiva, la delibera vergata nella giornata odierna dalla commissione prefettizia che guida l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro appare significativa. Il nuovo provvedimento, che - ancora una volta - era atteso come decisivo per dirimere l'impasse creatasi attorno al rinnovo dell'accreditamento del Sant'Anna Hospital, contiene in germe, infatti, le ragioni del rimpallo di responsabilità da mesi in atto tra Regione Calabria e Asp di Catanzaro.

L'Asp spariglia le carte

La delibera era stata sollecitata al termine dell'ennesima ispezione eseguita dall'organismo tecnicamente accreditante che aveva poi stilato una relazione contenente parere favorevole all'accreditamento della clinica privata e aveva anche certificato il superamento delle non conformità rilevate nei sopralluoghi effettuati il 24 novembre e il 24 dicembre 2020. E se il provvedimento avrebbe dovuto contenere una semplice presa d'atto del verbale firmato dall'organismo tecnicamente accreditante, l'Asp spariglia le carte e fa emergere in chiaro le ragioni alla base dello showdown andato in scena la vigilia di Natale, quando con una nota vietò nei fatti alla clinica di effettuare prestazioni assistenziali a carico del servizio sanitario regionale. 

Truffa al servizio sanitario

Lapidaria ma pregna di significato, la delibera recita testualmente che: «nell'ambito del'attività di vigilanza saranno effettuate ulteriori, necessarie verifiche per far emergere eventuali situazioni di non rispondenza ai requisiti stabiliti» e, dulcis in fundo, «verranno comunque valutati eventuali ulteriori sviluppi dell'inchiesta giudiziaria conosciuta come "Cuore matto" da cui emergerebbe gravissima truffa ai danni dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e, conseguentemente, ai danni del sistema sanitario della Regione Calabria».

L'inchiesta

Il riferimento è all'inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro che ha ipotizzato i reati di truffa aggravata e continuata ai danni del servizio sanitario e frode nelle pubbliche forniture per il legale rappresentante della clinica privata e per l'ex direttore generale. Al centro dell'indagine i presunti rimborsi percepiti dal Sant'Anna Hospital per prestazioni assitenziali mai eseguite.