Un'impresa in odor di 'ndrangheta, pubblici amministratori "compiacenti" e esponenti politici interessati a bloccare un'opera pubblica. Sono questi i principali ingredienti dell'inchiesta istruita dalla Guardia di Finanza di Cosenza e coordinata dalla Procura distrettuale Antimafia denominata "Lande desolate". A far da collante tra i tre elementi la ditta facente capo a Giorgio Ottavio Barbieri, ritenuta dagli inquirenti vicina al clan Muto di Cetraro e destinataria di due appalti pubblici per la realizzazione dell'aviosuperficie di Scalea e dell'impianto sciistico di Lorica.

 

«Nel corso delle intercettazioni e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia la circostanza che ci ha meravigliato e che ci ha fatto accendere i riflettori è che a partecipare con fondi europei è stata solo la ditta Barbieri Costruzioni» - ha dichiarato il procuratore Nicola Gratteri. «Ditta che stava già realizzando un'opera nel cuore di Cosenza, piazza Bilotti. E' importante quest'opera, non perchè oggetto dell'indagine, ma perchè ha un risvolto politico. La parte politica come quella di Oliverio ma vi sono intercettazioni che riguardano l'ex onorevole Adamo e Bruno Bossio in cui emerge l'interesse a far rallentare i lavori di piazza Bilotti per danneggiare la parte politica avversa».

 

Nè Nicola Adamo nè Enza Bruno Bossio, figurano tra gli indagati dell'inchiesta mentre è il governatore Mario Oliverio ad essere destinatario della misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di San Giovanni in Fiore per il reato di abuso d'ufficio. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti a proporre ulteriori finanziamenti alla ditta Barbieri Costruzioni per ottenere la contropartita politica. La determina d'impegno di spesa del valore di 4,2 milioni è del 2016, quando rivestiva già l'incarico di presidente della Regione.

 

La procedura era sempre la stessa come ha evidenzato ancora Gratteri: «Noi abbiamo documentato tre stati di avanzamento dei lavori in cui si dichiarava che l'opera era al 95% in realtà per noi non era nemmeno al 20%. Quando parliamo dell'opera di Lorica si diceva che erano presenti le cabinovie mentre queste erano ancora in Svizzera».

 

Lo stato di avanzamento dei lavori venivano attestati «dagli amministratori nell'interesse specifico dell'imprenditore perchè conseguisse le varie tranch del finanziamento» - ha aggunto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. «Ovviamente i pubblici ufficiali che venivano coinvolti in queste articolate operazioni conseguivano anche loro vantaggi personali. Vi erano delle promesse di assunzioni, ovvero assunzioni di soggetti vicini ai pubblici funzionari o vendite di immobili a prezzi particolarmente vantaggiosi a favore del pubblico ufficiale. Quello che abbiamo accertato è questa estrema collusione tra pubblici funzionari, tra gli imprenditori, tra le figure professionali che portavano all'incompiutezza dell'opera».

 

Luana Costa

 

LEGGI ANCHE: