La storia assurda di Luca, da 20 anni in profondo stato vegetativo, completamente assente e totalmente assistito. A vederlo sembra dormire profondamente. Il suo letto è ormai la sua ‘caverna’ buia, dalla quale non vede e non sente nessuno.
Luca, 42 anni, ‘vive’ in casa dei suoi genitori nei pressi di Tarsia (Cosenza). È in quel letto e in quelle condizioni da quando un intervento che doveva andare bene, si è trasformato nella sua condanna ad una perenne vita-non vita. Da 20 anni è amorevolmente assistito dai genitori. Il papà è morto da poco, rimane la mamma che di fatto vive per suo figlio, curato e assistito giorno e notte. Viene anche una signora a dare una mano, ma le forze non bastano mai per dare conforto a questo giovanottone perennemente addormentato.

La famiglia è in causa con l’ospedale da anni, ma ora dovrà essere risarcita per i danni definitivi causati probabilmente da quell’intervento. Una lunga vicenda giudiziaria che sta sfiancando tutti.

I costi di questi 20 anni sono altissimi, sia dal punto di vista economico che da quello psicologico. Un dramma infinito che non dovrebbe mai accadere ad alcuno, che ha colpito le famiglie fermando il tempo, bloccando ogni cosa, come se tutto fosse sospeso, come se tutto fosse accaduto ma non ancora accaduto.
Il dibattito sul fine vita, oggi tornato prepotentemente di attualità, non ha mai sfiorato questa vicenda. L’amore dei genitori, ora dall’instancabile mamma rimasta da sola, e quello degli altri familiari, non ha mai vacillato.

Luca dorme. Non si muove dal suo letto. Non può. Ma Luca non è mai da solo. Anche se non può vedere e sentire niente e nessuno, non c’è un momento del giorno e della notte che non riceva amore, affetto e assistenza.
Spesso la famiglia rimane da sola, perché la burocrazia fa i capricci, perchè quello che è un diritto, spesso viene ritardato, a volte anche negato. Lo Stato, quando ci si mette, sa anche essere cattivo con i suoi figli più deboli.
Una storia incredibile, dura, sfiancante. Ma comunque una storia d’amore.