L’amianto presente nel carcere di Lamezia sarebbe in realtà una piccola lastra di 70 per 50 cm che copre una finestrella che dà sulle scale dell’ex alloggio di un comandante. Alloggio in disuso e ubicato  al di là delle sezioni detentive e degli uffici, in uno spazio cieco e senza alcun accesso.
Così il comitato Riapriamo il carcere di Lamezia Terme risponde alla notizia diffusa nel report del ministero della Giustizia che inserisce anche la casa circondariale lametina tra quelle in cui è contenuto amianto.
Nel reportage si legge che nel carcere della città della Piana, in questo momento in disuso, ci sono « manufatti in amianto, in corso di valutazione lavori di rimozione». Ma il comitato tiene a sottolineare che « una tale irrisoria presenza, essendo la lastra integra, non rilascia alcuna tossina e, quindi, è innocua, essendo, inoltre, la stessa, ricoperta di cemento, ovvero murata».  
L’associazione spiega poi che i tecnici del Provveditorato Regionale, hanno avuto più volte modo di visionare e ispezionare i locali e che dal 2010 sarebbero stati fatti diversi interventi che avrebbero poi portato la struttura ad ottenere la certificazione  “DUVRI”, che ne attesta l’agibilità .
«Anche le ispezioni dell’Asp competente, che avvenivano ogni sei mesi, nei locali del carcere, sono state sempre positive» chiarisce ancora il comitato, secondo cui in una fase così delicata, quella in cui si sta cercando di operare per la riapertura della struttura, è importante sostenere il messaggio che i carcere di Lamezia anche da un punto vista dell’agibilità ha tutte le carte in regola per essere pienamente operativo.