VIDEO | Mentre l’ex dispensario viene giù, topi e serpi passano nelle abitazioni vicine tramite la fitta vegetazione che non viene tagliata da anni. L’ennesimo caso di spreco pubblico
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La lotta ai fitti passivi e agli sprechi è una delle battaglie annunciate dai commissari alla guida dell’Asp di Catanzaro ed è ora inserita tra le motivazioni che ne hanno reso necessario il rinnovo. Di fitti l’azienda sanitaria paga milioni di euro nonostante il pacchetto di immobili dei quali è proprietaria e che non utilizza sia corposo. Proprio Lamezia è la città nella quale se ne trova la maggioranza.
Tra questi, in centro, l’ex Dispensario di igiene sociale per l’educazione sanitaria e la prevenzione delle epidemie. Costruito negli anni Trenta e tutt’ora di proprietà dell’Asp, dopo anni dedicati alla profilassi, in particolare a quella per la tubercolosi, diventò poi sede del centro veterinario. Ma dal 2010 le luci si sono spente e di questa struttura dedicata alla memoria della marchesa Cecchina D’Ippolito, non si è più parlato, se non in maniera estemporanea quando sotto uno degli ultimi direttori generali si propose di farne un asilo.
Nel frattempo, nel cortile esterno la vegetazione è cresciuta rigogliosa, qualcuno vi porta cani randagi e lascia cucce e scatolame, serpenti e topi hanno trovato riparo e spesso invadono le case adiacenti. La struttura sta visibilmente cedendo sotto i colpi del tempo, anche se il fascino ne rimane immutato.
Già mesi fa l’ex consigliere comunale Giancarlo Nicotera aveva sollevato la questione: «Quando l’Asp di Catanzaro, che spende ancora oggi tanti soldi nella provincia per dei locali avuti in locazione, intenderà rendersi conto del notevolissimo patrimonio immobiliare che esiste a Lamezia Terme? Non solo l’ex Dispensario sociale, ma anche le due palazzine interne all’ospedale in molte loro parti inutilizzate e l’ospedale civile vecchio?». Per Nicotera servirebbe anche la collaborazione del Comune di Lamezia, una sorta di ponte per agganciare l’Asp e farle puntare gli occhi su questo immobile.
Intanto, i cittadini stanno raccogliendo le firme perché chi abita lì vicino e di quell’abbandono paga le conseguenze. Perché se quei locali sono diventati terra di nessuno, c’è il via via di chi cerca di accaparrarsi qualcosa, la vegetazione pullula di topi e serpi che non hanno una concezione geometrica dei confini e specie in estate passano nelle case circostanti. L’immobile è alla mercé di tutti, il cancello non è nemmeno dotato di lucchetti.