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Beni per un valore di 500 milioni di euro, riconducibili ad affiliati alla cosca di 'ndrangheta di Iannazzo di Lamezia Terme, sono stati sequestrati dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro della Guardia di Finanza nell'operazione denominata 'Nettuno', prosecuzione dell'indagine 'Andromeda'.
Numerosi i beni a cui soni stati posti i sigilli tra Lamezia, Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria: quote societarie, terreni, appartamenti, fabbricati, automezzi, rapporti bancari, attività commerciali. Tra questi anche il centro commerciale dei “Due Mari” di Maida, di cui è proprietario l’imprenditore Franco Perri.
Le indagini - L’attività investigativa stata indirizzata verso una duplice direzione. Da un lato, su specifica delega della Dda, ci si è rivolti a numerosi soggetti denunciati dalla Squadra Mobile di Catanzaro. Sono stati così effettuati accertamenti economico-patrimoniali nei confronti di 65 persone fisiche e 44 giuridiche e che avrebbero consentito di arrivare al sequestro di svariati beni mobili (automezzi, rapporti bancari, quote societarie), immobili (appezzamenti di terreni, appartamenti, fabbricati), oltre che complessi aziendali relativi ad attività commerciali in svariati settori economici (dalle calzature, alle costruzioni, al commercio di autoveicoli) che sarebbero nella disponibilità di personaggi ritenuti “verticistici” della citata cosca Iannazzo, tra i quali, il pluripregiudicato Antonino Davoli (49enne di Sambiase), Pietro Iannazzo (40 anni, e figlio di Francesco, assassinato nei primi anni ’90 a seguito di un agguato di stampo mafioso) e Antonio Provenzano (41 anni).
I soggetti destinatari dei sequestri sono Vincenzino Iannazzo, Pietro Iannazzo, Francesco Iannazzo, Antonio Davoli, Giovannino Iannazzo, Adriano Sesto, Antonio Provenzano, Franco Perri.
Lamezia, scacco alla cosca Iannazzo
I rapporti di Franco Perri con la cosca - L’altra parte delle indagini ha visto attuare invece una complicata attività info-investigativa diretta a riscontrare gli elementi indiziari offerti da diversi collaboratori di giustizia. Gli inquirenti avrebbero così delineato la figura di Francesco Perri, 47 anni, uno degli imprenditori di maggior rilievo dell’intero territorio calabrese, che – è la tesi dei militari - avrebbe instaurato con la cosca “Iannazzo” e, in particolare, il presunto boss Vincenzino, quello che i finanzieri definiscono “un solido e proficuo rapporto … tale da poter essere definito imprenditore colluso”.
Sequestro 'Due Mari': i rapporti tra Franco Perri e la cosca Iannazzo
Il sequestro beni - I risultati di tale attività, condivise dal GIP, hanno consentito di procedere al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili nonché degli interi complessi aziendali relativi alla maggior parte delle attività economiche che operano nella grande distribuzione alimentare e riconducibili al gruppo Perri, dislocate in 4 delle 5 province calabresi, tra cui appunto il Centro Commerciale “Due Mari” di Maida, ma anche l' "Ipermercato Midwai” e “La Nuova Nave”, con sede entrambe a Lamezia Terme.
'Ndrangheta, blitz a Lamezia: l'elenco dei beni sequestrati
I ‘Due Mari’ al centro della guerra tra le cosche lametine
Il centro rimarrà aperto - La Direzione distrettuale antimafia ha chiarito che il Centro Commerciale non sarà chiuso, né ci sarà alcuna interruzione della sua attività. Secondo quanto ha riferito la Dda di Catanzaro, che ha chiesto ed ottenuto dal Gip l’emissione del provvedimento di sequestro, è stato già predisposto un "pool" di professionisti che curerà l’amministrazione del centro commerciale, che potrà proseguire così regolarmente la sua attività.
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