Il Tribunale di Lamezia secondo in Italia per indice di smaltimento delle cause pendenti. E’ questo uno dei dati più importanti snocciolati dal presidente del foro Bruno Brattoli durante la conferenza stampa convocata ad hoc.

 

In un momento in cui, ha spiegato, la città è vessata da cattive notizie e oltre a quelle consuete di mafia, vive anche lo scioglimento del Comune e strade invase da rifiuti e rubinetti a secco, è giusto dare spazio anche ai meriti. Specie, viene da sottolineare, quando i meriti arrivano dopo che lungo tempo la città della Piana di quella classifica ha quasi raschiato il fondo. Ora, invece, il foro, che più volte ha rischiato la soppressione, tanto da diventare teatro di proteste e manifestazioni, nonché anche di occupazioni notturne, si è rimesso in sesto, pur continuando ad interfacciarsi con carenze diventate ormai endemiche.

 

Rimangono, ha rimarcato Brattoli, infatti, le carenze di organiche. Solo 15 i magistrati, ma questi hanno saputo fare il loro lavoro, tanto da portare la produttività del penale ad aumentare del quarantuno per cento e le cause civili a diminuire del 30 per cento.

 


Il tutto in una città in cui i processi per mafia sono all’ordine del giorno e in cui il clima, a volte, non è proprio sereno. Basti pensare, ha rivelato il presidente, che spesso al suo indirizzo arrivano lettere anonime che lo invitano a fare indagini e ad aprire istruttorie su magistrati, avvocati e cancellieri.