«Guardando la sua vita, ci si deve domandare “cosa resta di noi che sia eterno?”. Essere così numerosi, oggi, con lui, ci dice che egli ha costruito tanto». L'officiante ricorda Marcello, in una cattedrale gremita, sotto il cielo plumbeo di Lamezia Terme. Il giornalismo calabrese è in lutto per Marcello Le Piane. Colleghi da tutta la Calabria per salutare l'operatore Rai e giornalista, spirato dopo un ictus che l'ha colpito il 9 giugno sulla spiaggia di Gizzeria, prima di entrare in mare per un'uscita di kite surf.


«Cosa resta di Marcello? Cosa resta di eterno? Soprattutto il suo cuore, le sue immagini, quelle più belle della nostra vita, che saranno per sempre impresse nei nostri cuori». Don Roberto Tomaino, pronuncia parole cariche di dolore e di tenerezza, ma anche di speranza, affidando il nostro amico e collega al Signore.

 

Svela, il sacerdote, il rapporto tra Marcello e il Vangelo, svela la sua fede. E nella fede confida affinché sostenga la moglie Nunzia, la figlia Maria Francesca, la madre e i fratelli in questo momento straziante. Politici e amministratori locali si confondono tra le centinaia di amici e colleghi presenti, gli occhiali scuri coprono i visi solcati dalle lacrime. Davanti alla vita spezzata di un uomo di 51 anni così dolce, così buono così ricco di talento, scorrono senza fermarsi, a testimonianza di un dolore che necessità di molto tempo affinché sia lenito.

 

«Tecnicamente non era un dipendente Rai, ma la Rai gli deve moltissimo. Tutti noi gli dobbiamo moltissimo. Quelle immagini non vengono così bene se non fatte col cuore. Lui impazziva per questo lavoro, un amore sconfinato. Nessuno era bravo come lui». Il ricordo straziante di Riccardo Giacoia è stato il momento più intenso dell'addio a Marcello Le Piane. L'inviato Rai ha dedicato al collega una poesia di Pessoa sulla morte ed ha ricordato alcuni dei momenti più belli del loro rapporto, ha ricordato i loro ultimi scoop, l'intervista al sacerdote risvegliatosi dal coma dopo l'aggressione subito a Reggio, le immagini del baciamano al boss Giorgi. Un ricordo commovente quello di Giacoia, che ha preceduto quello del presidente dell'Ordine della Calabria Giuseppe Soluri, ed ha fatto seguito a quello di un amico di infanzia e del collega Paolo Giura. Parole, ricordi, lacrime per salutare un uomo eccezionalmente bravo e amato.