VIDEO | Nel nuovo edificio accanto alla scuola Tripodi sono stati trasferiti solo “italiani” della scuola Manzi per urgenze legate al terremoto. I rom chiedono di studiare nello stesso edificio per potere essere integrati
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Dicono basta alle ghettizzazioni dei loro figli alcune famiglie di etnia rom guidate dall’attivista Pamela Bevilacqua. Pomo della discordia la scuola primaria Mancuso, ex Barbuto, di Lamezia Terme.
Qui si trova la scuola dell’infanzia Tripodi che al momento ospita anche la primaria. I piccoli sono tutti di etnia rom, provengono dal campo di Scordovillo e dalle case popolari nelle vicinanze.
Accanto si trova un edificio mai inaugurato e che da oggi è diventato la sede d’emergenza della scuola Manzi dopo la recente scossa di terremoto.
Ed è qui che sta il nodo. Le famiglie rom avrebbero voluto essere trasferite nel nuovo edificio per potere anch’essi godere della nuova struttura anche perché, lamentano, i locali in cui stanno attualmente non sarebbero agevoli.
Addirittura negli ultimi giorni, a causa delle forti piogge, per evitare le infiltrazioni d’acqua i genitori avrebbero dovuto aiutare gli insegnanti a serrare le finestre con dei cartoni. Per Pamela Bevilacqua, giovane attivista per i diritti dei cittadini di etnia rom, si starebbe perdendo l’occasione di creare integrazione.
Un’integrazione che da circa un lustro a questa parte non è stata possibile perché gli “italiani” (così come vengono comunemente chiamati, ma ricordiamo che anche i rom lametini sono a tutti gli effetti cittadini italiani) non hanno più iscritto i loro figli in quella scuola.
Stamattina la protesta delle mamme dei piccoli rom che chiedono che i loro figli vengano trasferiti nell’altro edificio insieme agli alunni “italiani” provenienti dalla scuola Manzi. Un trasferimento che ora sarebbe stato promesso, stante i giorni necessari per spostare gli arredi ed effettuare le necessarie pulizie, per lunedì prossimo. Ma Bevilacqua teme che sia solo un modo per prendere tempo ed è pronta a continuare la protesta.