Dovrà presentarsi il 28 maggio davanti al Gip Antonio Gallucci il direttore sanitario dell’ospedale di Lamezia Terme, indagato insieme a Rosario Tomarchio in un inchiesta coordinata dalla Procura di Catanzaro ed eseguita dalla Fiamme Gialle di Lamezia Terme in merito all’assenteismo dell’addetto all’archivio clinico di Girifalco.

 

Centinaia di ore strappate al lavoro che sarebbero state, secondo gli inquirenti, “coperte” da Gallucci. I due ora devono rispondere di truffa e abuso d’ufficio in concorso e la Procura ne ha chiesto la sospensione dai pubblici uffici. Tomarchio è finito nel mirino della Guardia di Finanza a giugno 2018. E’ da allora che sono partite le indagini dopo alcuni rumors che lo davano come “assenteista seriale” con una serie di pedinamenti che avrebbero portato proprio ad evidenziare come gli spostamenti di Tomarchio non fossero legati al lavoro.

 

A luglio 2018 sarebbe avvenuto, secondo gli investigatori, il primo intervento del direttore sanitario Gallucci nei confronti del dipendente che viene autorizzato a non dovere svolgere tutte le 36 ore previste dal contratto a Girifalco, ma a potere firmare l’entrata e l’uscita anche in altre strutture del presidio sanitario con efficacia retroattiva. E’ settembre quando Gallucci firma l’atto con il quale assegna Tomarchio alla propria segreteria specificando che da allora il dipendente avrebbe dovuto rispondere solo al direttore sanitario. Per gli inquirenti si tratta di una sorta di «sanatoria ex tunc delle illecite e note consuetudini del Tomarchio di assentarsi arbitrariamente dal lavoro attestando falsamente la sua presenza in ufficio ovvero l’uscita per servizio».

 

Ascoltati i colleghi di Tomarchio questi avrebbero riferito delle continue e ripetute assenze del dipendente e di come questo si trincerasse sempre dietro il nome di Gallucci. In un caso, riportano gli atti di indagine, Tomarchio dopo avere “badgiato” è rimasto in un bar per oltre tre ore a chiacchierare. Altre volte ancora è stato osservato dormire in macchina nel parcheggio dell’Asp per oltre due ore. In poco più di tre mesi Tomarchio si sarebbe assentato dal lavoro per 196 ore e Gallucci avrebbe fatto da “protettore”, dicono le carte dell’inchiesta, «firmando sei tra disposizioni di servizio, autorizzazioni e comunicazioni volte a giustificare un assenteismo a lui ben noto» e offrendo «una solida copertura in caso di successiva contestazione da parte tanto dell’amministrazione quanto dell’autorità giudiziaria».