A neanche dieci giorni dalla tragedia che ha colpito San Pietro Lametino con la morte di Stefania Signore e dei suoi due bambini, riprendono le piogge e Lamezia e circondario iniziano immediatamente a cedere alle acque.

 

Le precipitazioni hanno superato il livello due in città e quello tre in alcuni punti del comprensorio. Nel linguaggio della Protezione Civile significa che non sono da escludere frane ed alluvioni.

 

Ad esondare infatti è stato già il torrente Turrina. Lo stesso che soltanto dieci giorni fa tracimò allagando le aziende delle prospiciente area industriale causando danni ancora visibili. 

 

Stamani il corso d’acqua ha allagato la statale 18. Sul posto Anas e Polizia Locale. L’acqua è entrata anche in alcune aziende. Una zona industriale quella dedicata a Benedetto XVI che fa i conti con una serie di canaloni di scolo e collettori in parte di competenza del Corap e in parte del Consorzio di Bonifica.

 

In entrambi i casi, denuncia Fratelli d’Italia, la manutenzione è scarsa o assente. Ecco allora che i detriti si accumulano creando dei veri e propri tappi che bloccano il defluire dell’acqua, ne fanno alzare il livello e ne causano la tracimazione.

 

Le industrie della zona sarebbero in continua allerta. Mentre fanno ancora la conta dei danni dall’ultima alluvione, le possibilità che ci siano nuove esondazioni non sono basse. La zona in cui hanno le loro attività decine e decine di aziende è attraversata da un vero e proprio dedalo di corsi d’acqua.

 

Alcuni di questi sono totalmente ricoperti da terriccio diventando una vera e propria minaccia nel caso in cui si accumulino piogge che non trovino un letto in cui scorrere.