Nelle carte dell’inchiesta che riguarda la presunta truffa su contributi Covid di un boss emerge l’appoggio che questi si sarebbe impegnato ad intercettare per sostenere Tranquillo Paradiso alle Regionali lombarde del 2013
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C’è anche un consigliere comunale della maggioranza lametina nel nucleo di informazioni e testimonianze dall’inchiesta della Dda lombarda contro un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.
L’operazione ruota in particolare su una presunta frode messa in campo dal boss del clan di San Mauro Marchesato Lino Greco per ottenere i sostegni destinati alle aziende in crisi a causa del Coronavirus. Greco, esponente di spicco della ‘ndrangheta, sia in Lombardia che in Calabria, secondo gli inquirenti, ha presentato richiesta ed ottenuto «per tre delle società inserite nello schema di frode i contributi a fondo perduto», previsti dal decreto 34 del 19 maggio scorso.
Sempre Greco, durante le elezioni regionali lombarde del 2013, si sarebbe speso in prima persona cercando tramite due persone di sua fiducia, Francesco Maida e Luciano Ivaldo Mercuri, «di sostenere la candidatura» dell'imprenditore Tranquillo Paradiso «nella lista 'Lista Lavoro e Libertà 3L Tremonti». Paradiso non è indagato ed è estraneo alla vicenda. Attualmente è stato riconfermato per la seconda volta in consiglio comunale nell’amministrazione guidata da Paolo Mascaro, dove siede tra gli scranni della maggioranza. La candidatura dell'imprenditore, attivo nel settore della logistica a Milano, scrive il gip nelle carte dell’inchiesta, «era sostenuta dal principale esponente della criminalità calabrese presente in Lombardia e Piemonte».
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