“U beni si fa in silenziu”. Questa frase era comandamento nella vita degli uomini e delle donne di un tempo. Ogni uomo onesto, nel compiere un gesto benevolo nei confronti di una persona meno fortunata, doveva tenerla bene impressa in mente. Perché il bene, quello vero e nato dal cuore, si doveva fare in maniera disinteressata, pena, la sua mancanza di valore. E in più, la persona oggetto di questo atto, non doveva poter provare disagio per un gesto che poteva diventare di dominio pubblico. Il silenzio diventava così sigillo di garanzia del bene che si provava.

di Mariella Epifanio

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