I presidenti degli organismi territoriali: «Siamo certi saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati. Ma vigileremo affinché questo procedimento non si trasformi in un attacco alla sua funzione difensiva esercitata sempre con professionalità e correttezza»
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Una presa di posizione netta, che rilancia il principio del garantismo e la tutela del diritto alla difesa. Le Camere Penali calabresi esprimono infatti «piena e incondizionata solidarietà al collega avvocato Marcello Manna per la vicenda processuale che lo vede coinvolto».
E aggiungono: «Pur nel rispetto delle istituzioni e della giurisdizione, siamo certi che Marcello saprà dimostrare ben presto la sua totale estraneità rispetto ad ogni accusa, auspicando che ciò possa avvenire nel rispetto delle regole e delle garanzie del giusto processo, in assenza di condizionamenti mediatici tipici di una subcultura illiberale che imperversa nel nostro Paese e sempre più proclive ad assimilare la figura dell’incolpato con quella del condannato».
A vergare il documento, per il coordinamento delle Camere penali calabresi, sono i presidenti Giuseppe Milicia (Palmi), Pasquale Foti (Reggio Calabria), Eugenio Minniti (Locri), Pietro Perugini (Cosenza), Liborio Bellusci (Castrovillari), Valerio Murgano (Catanzaro), Giuseppe Mario Aloi (Vibo Valentia), Romualdo Truncé (Crotone), Massimo Zicarelli (Paola), Giuseppe Zofrea (Lamezia Terme), Govanni Zagarese (Rossano). «Come penalisti – aggiungono i presidenti delle Camere penali calabresi – vigileremo affinché il processo all’avvocato Manna non si trasformi in un attacco alla funzione difensiva che egli esercita da sempre con professionalità e correttezza. E con questa certezza ci auguriamo che la vicenda possa concludersi prontamente restituendo la serenità ad un Uomo che ha sempre lottato per l’affermazione dei principi del diritto di difesa».
Il sindaco di Rende non potrà esercitare la professione forense per la durata di 12 mesi. È accusato di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’ex magistrato Marco Petrini, in relazione alla vicenda giudiziaria dell’assoluzione di Francesco Patitucci per l’omicidio di Bruni.
Tuttavia, il reggente del clan Lanzino è stato assolto in via definitiva dalla Cassazione. La misura interdittiva non è esecutiva, in quanto bisognerà attendere il verdetto finale degli ermellini.