«Scaricabarile»: Gaetano Pecoraro definisce così quello che sta succedendo dopo la sua inchiesta andata in onda alle Iene sugli "ospedali da incubo" in Calabria tra soffitti che cadono e infiltrazioni d’acqua, tra ascensori che non funzionano e porte d’emergenza che non si aprono. Tutto questo – ha denunciato Pecoraro - costa la bellezza di 800 milioni di euro all’anno. Ma dove sono finiti tutti questi soldi, nonostante gli ospedali cadano a pezzi? Gaetano Pecoraro lo ha chiesto a dirigenti e responsabili, al presidente della Regione e al ministro della Salute, Giulia Grillo. Risultato? Un rimpallo di responsabilità ben sintetizzate dall’inviato delle Iene in un video postato sulla sua pagina Facebook all’indomani della messa in onda dei servizi. «In un'intervista il ministro della Salute Giulia Grillo afferma che la colpa è del presidente della Regione Mario Oliverio. A questo punto Oliverio (che alle Iene ha sbattuto la porta in faccia, ndr) risponde con una nota dicendo che la responsabilità è dell'attuale Governo».

 

Come reazione all’inchiesta delle Iene arrivano poi le dimissioni del direttore generale e sanitario dell'Asp di Reggio Calabria, Pasquale Mesiti sul cui ruolo Gaetano Pecoraro aveva sollevato diverse perplessità. Risultato? Le dimissioni sono state rifiutate dal commissario alla Sanità nominato dal Governo Saverio Cotticelli che per tutta risposta gli ha rinnovato la fiducia. «Forse perché avrebbe significato ammettere qualche responsabilità?» - si chiede Pecoraro. Nel caos generale la cosa certa è una sola e su questo non possiamo che essere d’accordo con l'inviato del programma di Mediaset: tra rimpalli di responsabilità e accuse reciproche i problemi restano lì e gli unici a rimetterci sono sempre e solo i calabresi.

 

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