La togata cosentina Giorgia Castriota ha dichiarato di poter chiarire tutte le condotte che le vengono addebitate dalla Procura di Perugia e che dal suo punto di vista non sarebbero penalmente rilevanti (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ha negato ogni addebito il giudice di Cosenza Giorgia Castriota, interrogata dal gip di Perugia, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla procura diretta da Raffaele Cantone, su alcuni presunti episodi corruttivi che si sarebbero verificati nel tribunale di Latina a cavallo tra il 2022 e il 2023.
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La magistrata ha respinto le accuse, professando la sua innocenza circa i reati di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità, dichiarando di poter chiarire tutte le condotte che, dal suo punto di vista, non sarebbero penalmente rilevanti.
Secondo la procura di Perugia, avrebbe dato incarichi a due consulenti in cambio di regalie e soldi. In un caso il favorito sarebbe Silvano Ferraro, che con la magistrata avrebbe avuto anche una relazione sentimentale, mentre in un altro, il giudice di Cosenza avrebbe intrattenuto rapporti di tipo corruttivo con Stefania Vitto, sua amica, che oggi sarà sottoposta ad interrogatorio.
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Gli avvocati di Giorgia Castriota, i penalisti Giuseppe Valentino (già parlamentare della Repubblica) e Paolo Zeppieri hanno chiesto gli arresti domiciliari per la loro assistita. Il gip di Perugia si è riservato di decidere anche per la posizione di Silvano Ferraro. Anche il consulente, come la togata, è stato sentito in carcere a Rebibbia, dove sono attualmente detenuti.