Edgardo Greco dovrà attendere il 16 gennaio per sapere se sarà estradato in Italia, proveniente dalla Francia, oppure se tornerà a essere un uomo libero. Un bivio estremo a cui l’ex affiliato del clan Perna-Pranno di Cosenza si è trovato dopo una serie di peripezie giudiziarie successive al suo arresto, avvenuto il 2 febbraio del 2023 a Saint-Etienne dopo quasi 17 anni di latitanza.

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Prima la topica delle autorità italiane (il mandato di arresto europeo preferito erroneamente alla procedura di estradizione) e poi la svista della Corte d’appello di Lione (un giudice sostituito tra un’udienza e l’altra, contrariamente a quanto previsto dalla legge francese) hanno trascinato il suo caso in Cassazione. Qui, la difesa ha avuto buon gioco nell’evidenziare i vizi procedurali che hanno scandito tutta la vicenda, tant’è che finanche la Procura generale ha alzato bandiera bianca, chiedendo l’annullamento dell’estradizione.

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La decisione della Corte era attesa per martedì 5 dicembre, ma a riprova della spinosità del caso, i giudici hanno preso tempo fino al 16 gennaio, giorno in cui Greco, condannato all’ergastolo per il duplice omicidio dei fratelli Stefano e Pino Bartolomeo (1991), conoscerà il proprio destino. La Cassazione potrebbe decidere di rilasciarlo oppure di trasmettere gli atti nuovamente in Corte d’appello per rifare l’istruttoria da capo. In quest’ultimo caso, ovviamente, resterebbe recluso in un carcere francese.