VIDEO | Gli occhi grandi di Stefania e il sorriso dei suoi bambini. Una famiglia distrutta e un papà che vaga smarrito, distrutto dal dolore
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Come si possono chiudere gli occhi mentre il corpicino di un bimbo giace nascosto tra il fango e le foglie morte? Come chiudere gli occhi se in Calabria una giovane madre e i suoi due bambini vengono travolti dalla straripante piena di un torrente assassino? Davanti ad un giovane padre che vaga smarrito, distrutto dal dolore. Davanti ad una regione ferita, in ginocchio, dopo una nuova ondata di maltempo. Una regione che non ha imparato nulla dopo le tragedie di Crotone, di Soverato, di Vibo Valentia.
Gli occhi grandi e profondi di Stefania Signore, i sorrisi innocenti dei suoi due cuccioli, Cristian e Nicolò, sono l’espressione della struggente bellezza di una terra spazzata via dai suoi mali atavici, dallo «sfasciume pendulo sul mare» di cui parlava Giustino Fortunato, dal dissesto idrogeologico, da una classe dirigente indolente ed incapace di superare la retorica delle promesse ed evitare che simili drammi, drammi immani, ciclicamente si ripetano.
Il pm di Lamezia Terme Giulia Scavello indaga per accertare eventuali responsabilità in ordine alla tragedia consumatasi in località Bellecanne, a San Pietro Lametino, giovedì sera. Responsabilità politiche chiare, da sempre, però esistono. E nessuno gridi più alla tragica fatalità. Attende una risposta questo giovane marito e padre, Angelo Frija, che sotto una pioggia torrenziale, in un inferno di acqua e fango, ha visto distrutta la sua meravigliosa famiglia. Ha provato a cercarla per metterla in salvo, ha provato a soccorrerla, a chiamare aiuto. Ma tutto è stato inutile.
La Calabria così, piange ancora. L’Italia piange ancora. Domani, asciugatesi le lacrime, quasi tutti, però, dimenticheranno. Di nuovo.