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È stato arrestato nella giornata di oggi Pantaleone Mancuso, 56 anni, alias “L’ingegnere”, dai carabinieri delle Stazioni di Joppolo, Nicotera e del battaglione "Cacciatori" di Calabria di Vibo nel territorio del comune di Joppolo non distante da Limbadi e da Nicotera superiore dove lo stesso risultava residente.
Ritenuto esponente apicale del clan di Limbadi, “L’ingegnere” si era reso irreperibile da oltre un anno anche allo scopo di sottrarsi a circa 12 mesi di reclusione nella Casa lavoro di Vasto (Ch) scaturita dall'operazione "Batteria" il cui processo si è celebrato a Firenze per una serie di truffe su larga scala. Il prossimo 12 luglio dovrà inoltre comparire come imputato nel processo d’Appello che lo vede accusato, a Catanzaro, del tentato omicidio della zia Romana Mancuso e di suo figlio Giovanni Rizzo, avvenuto nel 2008 in una campagna tra Limbadi e Nicotera.
In primo grado, Pantaleone Mancuso ed il figlio Giuseppe, difesi dall’avvocato Francesco Sabatino, per tale fatto di sangue erano stati assolti, ma la Dda aveva appellato la sentenza. Sempre a suo carico, infine, è tuttora pendente in Appello il processo “Genesi”, che in primo grado a Vibo Valentia ha registrato la condanna dell’“Ingegnere” a sei anni di reclusione per associazione mafiosa.
Nel 2014 era stato catturato al confine tra Argentina e Brasile con addosso un borsone contente 100mila euro in contanti. Un altro figlio di Pantaleone Mancuso, Emanuele, 28 anni. risulta allo stato irreperibile a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari spiccata a suo carico nell'ambito di un'operazione dei carabinieri che ha smantellato un vasto traffico di stupefacenti tra le Serre vibonesi e il Soveratese.