«Lamezia ha assolutamente bisogno di risposte ambientali forti ed urgenti e assolutamente di legalità. Come Legambiente Calabria chiediamo celermente il ripristino dello stato dei luoghi e la messa in sicurezza e la bonifica». Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, è risoluta.

L'inchiesta Waste water

Con il legale Gianni Arena è stata sui luoghi dell’Operazione Waste Water. Un tiro di schioppo, tanto dista la zona industriale di Lamezia Terme intitolata a Benedetto XVI dal torrente Turrina e dal mare: poche centinaia di metri passando per stradine sterrate costeggiate da una pineta, i ruderi del pontile dell’ex Sir e lo scarico del depuratore che, a quanto hanno dimostrato le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e dal Noe, oltre che dalla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, non era l’unico a sversare in mare.

Il tutto in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Una visione grottesca che l’operazione Waste Water ha inquadrato indagando quattro persone e sequestrando lo stabilimento Ilsap. Quello che gli investigatori hanno appurato è lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali, gli scarti della lavorazione del biodiesel, in uscita dall’impianto di trattamento dello stabilimento Ilsap S.r.l., risultato completamente inattivo.

«Effetti ambientali gravissimi»

«Le perizie tecniche che sono state effettuate hanno potuto accertare un altissimo inquinamento delle acque e degli ecosistemi. Gli effetti ambientali sono gravissimi - afferma la presidente - così come quelli sulla salute umana e sull'economia della zona. Ma, ancora una volta, ci troviamo a intervenire nella patologia ed soltanto grazie all'intervento della magistratura e delle forze dell'ordine. E' una patologia avanzata perché le indagini stanno dimostrando che situazione di inquinamento e di contaminazione va avanti da anni».

«Non si comprende assolutamente – incalza Parretta - come questa cosa possa accadere. Le istituzioni preposte devono agire in un'ottica di prevenzione e di controllo del territorio molto stringente, specie sulle attività inquinanti revocando le autorizzazioni nel momento in cui si verificano le violazioni».

Legambiente parte civile

E Legambiente si costituirà parte civile affiancata dal Legale Gianni Arena insieme a Marevivo, Rifiuti Zero e Slow Food. Le acque alla foce del Torrente Turrina hanno riscontrato valori di tossicità del 90-100%, i terreni antistanti allo stabilimento industriale sono risultati intrisi dei reflui industriali e con elevate soglie di concentrazione di idrocarburi pesanti, nonché di alluminio, ferro e manganese.

Legambiente Calabria già questa estate aveva presentato un esposto in Procura per denunciare l’inquinamento del mare della costa lametine, pretende dalle istituzioni posizioni nette per arginare un fenomeno di inquinamento ambientale pervasivo e pericoloso.