Al noto penalista catanzarese vengono contestati i reati di abuso d'ufficio e falso ideologico nell'inchiesta scattata questa mattina a Isola Capo Rizzuto che ha portato al fermo di 12 persone
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Abuso d'ufficio e falso ideologico sono i reati contestati a Vincenzo Ioppoli, noto penalista catanzarese rimasto coinvolto nell'inchiesta istruita dalla Dda di Catanzaro che ha condotto questa mattina all'emissione di un decreto di fermo nei confronti di 12 persone, a vario titolo indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'indagine è stata condotta dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Crotone.
Tuttavia, i capi d'accusa contestati all'avvocato catanzarese non sono aggravati dalle modalità mafiose, risulta indagato a piede libero. Secondo la Dda, nella sua qualità di pubblico ufficiale e, in particolare, presidente della IX sottocommissione della Corte d'Appello di Catanzaro nella sessione d'esame del 2020 per l'abilitazione alla professione forense e su sollecitazione dell'avvocato Ottavio Tesoriere avrebbe agevolato Maria Alosa nel superamento della prova d'esame.
Secondo la ricostruzione della Procura, Tesoriere lo avrebbe avvicinato «per chiedere un suo intervento per assicurare il superamento della seconda prova orale dell'esame di abilitazione a Maria Alosa. Dopo aver acconsentito alla richiesta si faceva consegnare un appunto, ove Alosa e Tesoriere avevano indicato gli argomenti sui quali si sarebbe incentrata la seduta della seconda prova orale della candidata, quindi, in sede d'esame poneva domande su buona parte degli argomenti indicatigli».
In tal modo, avrebbe procurato «un ingiusto vantaggio patrimoniale a Alosa consistente nell'abilitazione all'esercizio della professione forense». Inoltre, è accusato di falso ideologico, sempre in concorso con Alosa e Tesoriere, poiché avrebbe indotto in errore gli altri commissari «facendo ritenere che le domande erano frutto di propria scelta condizionando l'andamento dell'esame e formulando domande vertenti sulla quasi totalità degli argomenti prescelti dal candidato».
La nota del legale di Ioppoli
In merito all’indagine che vede coinvolto l’avvocato catanzarese Ioppoli, il suo legale Francesco Verri in una nota precisa che «la Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizza soltanto reati comuni, e cioè un abuso d’ufficio e un falso perché l’avvocato Ioppoli avrebbe ricevuto una segnalazione - da parte di un avvocato - quando era commissario agli esami per l’abilitazione alla professione forense. Dunque, la Procura non formula alcuna accusa per reati di mafia né contesta aggravanti di mafia. Né poteva essere diversamente considerati l’altissimo profilo e la storia dell’avvocato Ioppoli».
Il legale rimarca dunque la distanza con l’operazione contro la ‘ndrangheta scattata questa mattina «che non ha nulla a che vedere con l’esame d’avvocato contestato. Nel merito - conclude la nota di Verro - l’avvocato Ioppoli si difenderà chiarendo la sua posizione con i Magistrati che si occupano del procedimento».