Nel 2023 ci sono stati 46 decessi, che salgono fino a 86 se si considerano anche quelli avvenuti in itinere. Per il segretario regionale del sindacato, numeri impressionanti di fronte cui serve agire
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In un anno, il 2023, sono stati 46 i lavoratori morti sul lavoro in Calabria. Uno ogni 40mila abitanti. Un numero che sale a 86 se si prendono in considerazione anche le morti provocate da incidenti mentre si va o si torna da lavoro. Sono i dati diffusi da Santo Biondo, segretario generale di Uil Calabria, che cita le stime de l’Osservatorio nazionale di Bologna sui morti sul lavoro. Cifre «impressionanti», dice il sindacalista, pochi giorni dopo l'«ennesima tragedia inaccettabile» che a Frascineto ha visto morire un 55enne schiacciato sotto una lastra di cemento.
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«La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un costo», puntualizza Biondo che aggiunge: «C’è bisogno di aumentare il numero degli ispettori del lavoro, bisogna istituire una Procura nazionale e istituire il reato di omicidio sul lavoro. Mentre la nostra regione deve dotarsi della Commissione regionale sulla sicurezza e l’emersione del lavoro irregolare. Questo territorio deve fare da apripista nazionale in questa materia così delicata».
Secondo i dati dell'Osservatorio nazionale di Bologna, spiega Biondo, «le cinque province calabresi non brillano nella tragica classifica dei decessi. Se Reggio Calabria si aggiudica la medaglia di bronzo con 7 morti, fanno peggio Catanzaro (medaglia di latta con 10 morti); Cosenza (22 morti ogni e medaglia di latta); Crotone (6 morti e medaglia di legno) e Vibo Valentia (6 morti e medaglia di legno). Questi numeri ci fanno capire che la situazione è particolarmente critica e peggiora sempre di più mentre il Governo fa orecchie da mercante davanti alle nostre richieste».
E ancora: «Mentre cresce il ricorso ai contratti pirata, mentre si tagliano le ore di formazione e si rigettano le proposte di un aggravio delle pene con l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e all’istituzione di una procura nazionale dedicata alla lotta di questo drammatico fenomeno, l’Ispettorato del lavoro attende che venga colmato il vuoto di oltre 1000 ispettori in pianta organica e si realizzi la riforma sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che giace nei cassetti del ministero da oltre 16 mesi. Una carenza che - conclude il segretario Uil Calabria - impedisce, di fatto, di intensificare i controlli sulla filiera degli appalti e di aumentare le ispezioni, di rendere sicuri i cantieri, di chiudere le porte a tutte quelle aziende che non rispettano i contratti e non fanno della legalità la stella polare della loro intrapresa».