Le indagini, che fanno seguito all’operazione scattata nel 2017, hanno permesso di accertare ulteriori condotte estorsive ai danni di 14 dipendenti. Coinvolti anche due avvocati
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
C’è anche il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti, tra le persone coinvolte nel sequestro di beni portato a termine dalla Guardia di Finanza di Lamezia Terme nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte estorsioni e minacce nei confronti dei dipendenti dell’azienda agricola gestita dall’imprenditore di 52 anni. Con lui risulta indagata anche Maria Costanzo, 57 anni, addetta alle assunzioni e ai pagamenti nella stessa cooperativa agricola, e gli avvocati Gennaro Di Natale e Giuseppe Pizzonia (quest'ultimo residente a Lamezia Terme).
Secondo l’indagine condotta dalla Guardia di finanza, Statti avrebbe ottenuto “un ingiusto profitto, corrispondente al trattenimento delle somme ed indennità previste come dovute e non erogate, con corrispondente danno alle persone offese”. Gli importi sarebbero pari a 499.046,61 euro e a 423.385,44 euro per i periodi presi in esame dalle indagini.
Negli interrogatori attuati nei confronti dei dipendenti, “è emersa la psicologica (e fisica) sudditanza degli stessi verso il loro datore di lavoro”. Come dichiarato dai dipendenti, proseguono gli inquirenti, “tutti hanno firmato la busta paga relativa al Trattamento di fine rapporto, ma nessuno di loro ha mai percepito tale indicata (e formale) retribuzione”.
L’indagine ha svelato anche quella che gli inquirenti hanno definito “una duplice macroscopica ingiustizia verso le operaie donne” che, secondo le indagini, “sarebbero state retribuite in maniera inferiore rispetto agli uomini”. Dagli accertamenti sui documenti acquisiti, infine, sarebbe emersa la volontà degli indagati di inquinare le prove per sviare le indagini effettuate”.