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Era stato arrestato con l’accusa di concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Robin hood”, ora il Tribunale del Riesame ha deciso che Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia, gestore del “Cin-cin bar” di Vibo passerà ai domiciliari.
Gianfranco Ferrante, nello specifico, è accusato di aver partecipato ad un incontro in un vivaio di Pizzo Calabro finalizzato ad ottenere che Bruno Calvetta, lasciasse mano libera all’allora assessore regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno, nella gestione dei fondi del Credito sociale attraverso il dirigente Vincenzo Caserta. Gianfranco Ferrante, secondo la Dda di Catanzaro, supportata dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, sarebbe stato legato al defunto boss di serra San Bruno, Damiano Vallelunga, ed in tale veste - unitamente all’impiegato di Equitalia a Vibo, Vincenzo Spasari di Nicotera (padre della sposa atterrata a settembre in elicottero in piazza castello) – avrebbe intimidito con metodo mafioso Bruno Calvetta per favorire le pretese di Nazzareno Salerno.