Il delitto avvenne dinnanzi alla scuola materna dove avevano accompagnato le figlie. I due, mentre si stavano allontanando a bordo di un'auto furono affiancati da un'altra vettura dalla quale furono sparati numerosi colpi di pistola
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L'inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro che ha portato all'arresto di 17 persone tra presunti capi e affiliati alla cosca Iozzo-Chiefari federata a quella dei Gallace di Guardavalle, ha anche fatto luce su un duplice omicidio ed un tentato omicidio, ovvero quello di Giuliano Cortese, di 48 anni, e della sua compagna Inna Abramovia, di 35, di nazionalità ucraina, uccisi a Chiaravalle centrale il 27 aprile 2009. L'agguato contro Cortese fu portato a termine davanti alla scuola materna dove la coppia aveva lasciato le due figlie piccole. Mentre i due si stavano allontanando a bordo di un'auto, furono affiancati da un'altra vettura dalla quale furono sparati numerosi colpi di pistola.
L'operazione di oggi trae origine da un'indagine del Nucleo investigativo di Catanzaro, diretta dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dagli aggiunti Vincenzo Capomolla e Vincenzo Luberto e dal pm Debora Rizza. In questi 3 anni di attività, gli investigatori ritengono di avere documentato l'operatività della cosca Iozzo-Chiefari, con particolare riferimento al territorio di Torre di Ruggiero, Chiaravalle Centrale, Cardinale e aree limitrofe. I componenti della cosca avevano la disponibilità di numerose armi, anche da guerra, e avevano generato nella popolazione locale uno stato di soggezione con conseguenti manifestazioni di omertà e accondiscendenza.
In particolare il sodalizio, secondo l'accusa, controllava attività imprenditoriali e commerciali nei settori dell'edilizia, del movimento terra e del commercio all'ingrosso di legname, i subappalti connessi con la realizzazione di opere pubbliche anche di rilevante entità come la cosiddetta "Trasversale delle Serre", nonché interessi connessi con attività commerciali anche in occasione della festa patronale di uno dei paesi. Altra fonte di proventi illeciti era la gestione di una piazza di spaccio di marijuana e cocaina.
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