'Ndrangheta, colpo alla cosca Iozzo Chiefari: eseguiti 17 arresti nel Catanzarese

NOMI-VIDEO | Eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di appartenenti e fiancheggiatori del clan radicato nei comuni di Torre di Ruggero e Chiaravalle Centrale. Tra i reati contestati traffico di droga, omicidio ed estorsione

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di Redazione
14 ottobre 2019
06:37

carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, con il supporto dello Squadrone Eliportato carabinieri Cacciatori e di un elicottero dell’8° Nucleo elicotteri, stanno eseguendo, dalle prime luci dell’alba, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 17 soggetti ritenuti appartenenti e fiancheggiatori della cosca di ’ndrangheta Iozzo-Chiefari radicata, in particolare, nei comuni delle Serre di Torre di Ruggero e Chiaravalle Centrale. 

 


Con il provvedimento cautelare, emesso dal gip distrettuale su richiesta della Dda diretta dal procuratore, Nicola Gratteri, vengono contestati a vario titolo i reati di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, estorsione e detenzione illegale di armi. I reati sono stati commessi in aree ricomprese fra le Serre catanzaresi e vibonesi. 

La cosca colpita

Il clan Chiefari di Torre Ruggiero è stato negli anni al centro delle dinamiche mafiose sviluppate nelle Serre, in continua evoluzione dopo l’omicidio del boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga, ucciso dinanzi al santuario di Riace nel settembre del 2009. L’operazione in corso è stata chiamata “Orthrus”. Dall’inchiesta emerge anche l’intromissione di alcuni componenti della famiglia Chiefari nella processione della “Madonna delle Grazie” in data 9 settembre 2017. Nel mirino dei clan anche i lavori della Trasversale delle Serre con l’incendio a Gagliato di un escavatore.

Operazione Orthrus

Nel corso dell’operazione è stato trovato anche un vero e proprio deposito di armi. Il materiale si trovava in un locale a Chiaravalle Centrale che era nella disponibilità di una delle persone coinvolte nell’inchiesta. Vi erano custoditi alcuni mitra, tra cui due kalashnikov, pistole ed una bomba di tipo rudimentale. Armi e ordigno sono stati sequestrati dai carabinieri per essere sottoposti a perizia balistica. L’operazione è stata denominata “Ortrhus”, il cane a due teste della mitologia greca, in riferimento alle due componenti familiari in cui si articola, secondo l’accusa, il clan Iozzo-Chiefari.

Il duplice omicidio

L’inchiesta fa luce anche su un duplice omicidio ed un tentato omicidio. Il duplice omicidio è quello di Giuliano Cortese, di 48 anni, e della sua compagna Inna Abramovia, 35 anni, di nazionalità ucraina, uccisi a Chiaravalle Centrale il 27 aprile 2009. L’agguato contro Cortese venne portato a termine davanti alla scuola materna dove la coppia aveva lasciato le due figlie piccole.

Il potere del clan

I componenti della cosca avevano la disponibilità di numerose armi, anche da guerra, e avevano generato nella popolazione locale uno stato di soggezione con conseguenti manifestazioni di omertà e accondiscendenza. In particolare il sodalizio, secondo l’accusa, controllava attività imprenditoriali e commerciali nei settori dell’edilizia, del movimento terra e del commercio all’ingrosso del legname, i subappalti connessi con la realizzazione di opere pubbliche anche di rilevante entità come la Trasversale delle Serre. Altra fonte di proventi illeciti era la gestione di una piazza di spaccio di marijuana e cocaina.

I nomi

Gli arrestati: Antonio Maiolo, 43 anni, di Mongiana; Antonio Chiefari, 68 anni, detto “Tartaru” di Torre Ruggero; Vito Chiefari, 46 anni, di Torre Ruggero; Alexandr Daniele, alias “Sasha”, 30 anni, di Palermiti; Marco Catricalà, di Chiaravalle; Damiano Fabiano, 28 anni, di Chiaravalle; Antonio Gullà, 28 anni, di Chiaravalle; Mario Iozzo, 60 anni, di Chiaravalle; Luciano Iozzo, 56 anni, di Chiaravalle; Giovanni Iozzo, 28 anni, di Chiaravalle; Giuseppe Gregorio Iozzo, 52 anni, di Chiaravalle; Raffaele Iozzo, 29 anni, di Chiaravalle; Andrea Maida, 38 anni, inteso “U Babbu” di Chiaravalle; Giuseppe Marchese, 31 anni, di Chiaravalle; Antonio Rei, 29 anni, detto “U Bellino”, di Chiaravalle, Salvatore Russo, detto “U Porcu”, 30 anni, di Chiaravalle; Marco Sasso, 37 anni, domiciliato a Roccelletta di Borgia. Complessivamente sono indagate 29 persone.

Le attività del clan

Secondo la Dda di Catanzaro le famiglie Chiefari di Torre Ruggero e Izzo di Chiaravalle, avrebbero esteso il loro raggio d’azione anche a Cardinale e nei paesi vicini.

Chiefari sarebbero prevalentemente dediti alle attività economiche ed imprenditoriali medianti imprese ad essi riconducibili, mentre la famiglia Iozzo avrebbe nella sua disponibilità armi e sarebbe dedita ad estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori boschivi ed edili oltre a trafficare droga. Legati tra di loro da vincoli parentali, entrambi i clan risultano federati alla più potente cosca dei Gallace di Guardavalle.

 

 

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