L’operazione della Dda di Catanzaro colpì i clan Mannolo-Zoffreo-Falcone-Trapasso e le ramificazioni in Umbria
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Trentuno persone sono state rinviate a giudizio nell'ambito del procedimento "Malapianta-Infectio" istruito dalla Dda di Catanzaro contro le cosche di Cutro, Mannolo-Zoffreo-Falcone-Trapasso, e le ramificazioni di queste in Umbria attraverso la famiglia Ribecco.
Il rinvio a giudizio é stati disposto dal gup Gabriella Logozzo la quale ha accolto la richiesta della pubblica accusa, rappresentata oggi in aula dal pm Andrea Buzzetti, e ha mandato a processo tutti gli imputati che avevano optato per il rito ordinario. Gli imputai sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, minacce, violenza privata, traffico di stupefacenti. Saranno parti civili nel processo, la Regione Calabria assistita dall'Avvocatura regionale, il Comune di Perugia, il Comune di Cutro, Banca Unicredit, l'imprenditore vicentino Stefano De Gasperi, Alberghi del Mediterraneo srl - società che gestisce il villaggio turistico Porto Kaleo - e Giovanni Notarianni, l'imprenditore proprietario dello stesso villaggio, vessato per anni dalla cosca Mannolo e testimone di giustizia cardine in questa indagine. Notarianni, assistito dall'avvocato Michele Gigliotti, ha chiesto un risarcimento di otto milioni di euro.
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