Il tribunale del riesame di Catanzaro ha scarcerato Domenico Fraone, indagato nell’inchiesta denominata Imponimento. I giudici hanno accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato Mario Bagnato. Fraone è accusato dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia dei beni. Un’accusa che era stata avvalorata dal gip distrettuale che aveva ristretto l’indagato agli arresti domiciliari.

 

Domenico Fraone è un commercialista e operatore turistico e nell’operazione Imponimento è accusato di essere concorrente esterno della cosca Anello-Furci di Filadelfia. Nella ricostruzione del difensore davanti al tdl la contraddizione nella ricostruzione degli inquirenti che da una parte accusano Fraone di essere un concorrente esterno alla ‘ndrangheta e dall’altro di essere vittima di un’estorsione da parte della stessa cosca. Una ricostruzione che ha trovato riscontro nella decisione del tdl. All’indagato, infatti, sono stati revocati gli arresti domiciliari ed è stato rimesso in libertà.

 

Dal carcere ai domiciliari

Sempre nell’ambito della stessa operazione Imponimento, nella stessa giornata, il tdl catanzarese ha concesso i domiciliari a Francesco Caridà. Il Gip distrettuale aveva ritenuto Caridà appartenente alla cosca Anello, considerandolo come si elemento di congiunzione affinché il clan potesse accedere alla realizzazione di importanti lavori edili sul territorio di Pizzo. Il Riesame, in accoglimento dei motivi dell'avvocato Giovanni Vecchio e Sandro D'Agostino, ha escluso la sussistenza di gravità indiziaria in riferimento a una presunta estorsione riqualificando il più grave reato di partecipazione ad associazione mafiosa in concorso esterno. In virtù delle sostanziali modifiche al quadro accusatorio la più grave misura della custodia cautelare in carcere è stata sostituita con quella degli arresti domiciliari.