Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati, la requisitoria dei pm Antonio De Bernardo e Vincenzo Capomolla nel procedimento nato dall’operazione antimafia “Imponimento” la cui udienza preliminare è in corso dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro, Francesco Rinaldi. Le richieste di rinvio a giudizio avanzate dai due pm al termine della requisitoria sono in totale 147. L’inchiesta della Guardia di Finanza porta la firma anche del pm Chiara Bonfadini e del procuratore Nicola Gratteri e l’udienza preliminare si sta celebrando nella nuova aula bunker dell’area industriale di Lamezia Terme dove si sta attualmente tenendo anche il maxiprocesso Rinascita-Scott.

Il clan Anello 

Al centro delle indagini, in particolare, il clan Anello di Filadelfia ma anche i Tripodi di Portosalvo, i Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, i Cracolici di Maierato, i Bonavota di Sant’Onofrio, ed altre consorterie. Associazione mafiosa, corruzione elettorale, corruzione aggravata dalle finalità mafiose, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, danneggiamento, usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, turbata libertà degli incanti, alterazione delle aste pubbliche, falso, truffa, detenzione illegale di armi i reati, a vario titolo, contestati.

L’imprenditore Francescantonio Stillitani

Fra le richieste di rinvio a giudizio sollecitate ieri con la requisitoria della Dda di Catanzaro, anche quelle nei confronti di Francescantonio Stillitani, ex assessore regionale, e del fratello Emanuele Stillitani, entrambi imprenditori ed accusati di collusione con il clan Anello. Richiesta di rinvio a giudizio pure per Francescantonio Tedesco, architetto ed ex consigliere comunale di Vibo, Giovanni Anello (già assessore al Comune di Polia) e Daniele Prestanicola (imprenditore). 
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