È stato rilasciato per ordine della procura di Hamm Francesco Aracri, «il padrino di Muenster», considerato dagli inquirenti un importante esponente della 'Ndrangheta arrestato nella città del Nordreno-Vestfalia a giugno scorso in esecuzione di un mandato di cattura europeo emesso dall'Italia. È quanto riferisce il quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung" aggiungendo che, secondo la procura di Hamm, «le autorità italiane non hanno fornito sufficienti dettagli sulle accuse» contro il presunto 'ndranghetista. In particolare, le domande avanzate dalla magistratura tedesca sono rimaste «senza risposta». Pertanto, il detenuto è stato rilasciato dalla custodia in attesa dell'estradizione. Aracri è stato arrestato nel quadro dell’inchiesta “Glicine-Acheronte” della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, l'inchiesta si è concentrata sui clan del "Papaniciari". Aracri è considerato la quinta colonna della cosca per il riciclaggio di denaro. L'uomo era da anni nel mirino delle magistrature di Italia e Germania.

Il "Crimine di Germania"

Per gli inquirenti tedeschi, «il padrino di Muenster» era tra i più importanti esponenti della criminalità organizzata calabrese in Germania. Con altri nove 'ndranghetisti, Aracri avrebbe formato il "Crimine di Germania", organo competente a mediare tra gli interessi dei clan calabresi in territorio tedesco. Per gli inquirenti, la 'Ndrangheta non ha un organismo del genere fuori dall'Italia in nessun altro Paese europeo. Informazioni di rilievo su Aracri sarebbero state fornite da Gaetano Aloe, figlio di Nicodemo, boss di Cirò ucciso nel 1987 da un clan rivale. Arrestato nel 2018 e condannato a 13 anni di carcere, Gaetano Aloe è collaboratore di giustizia da marzo scorso. Durante le sue deposizioni, il pentito ha raccontato di aver viaggiato con Aracri in Belgio dove i due avrebbero acquistato un chilogrammo di cocaina, poi fatta giungere dalla Germania in Calabria su degli autobus.

Inoltre, Aracri sarebbe stato in regolare contatto da 20 anni con Domenico Giorgi, 'ndranghetista di Erfurt arrestato a maggio scorso in Portogallo durante l'operazione "Eureka" contro la criminalità organizzata calabrese. Giorgi è accusato di aver gestito un'estesa rete di riciclaggio di denaro. I due arrestati compaiono poi nell'indagine "Fido", condotta dalla procura di Gera sugli investimenti della 'Ndrangheta in Germania fino all'interruzione nel 2006. Per far luce su questo stop, il parlamento della Turingia ha istituto una commissione d'inchiesta al fine di chiarire se all'origine della decisione vi fossero legami tra politica, magistratura e forze di polizia del Land con la criminalità organizzata calabrese.