Sarà discussa il prossimo martedì 8 giugno davanti al tribunale del Riesame di Catanzaro la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per l'avvocata aostana Maria Rita Bagalà, di 52 anni, indagata nell'ambito dell'inchiesta Alibante della Dda del capoluogo calabrese.

Per un problema di notifica per lei è infatti slittata l'udienza del 3 giugno, quando invece sono state discusse le richieste di scarcerazione di altri indagati. Per l'accusa, Maria Rita Bagalà, sotto la regia del padre Carmelo Bagalà considerato il capo del clan, «partecipava alla cosca», garantendo «l'amministrazione dei diversi affari illeciti»: lo scrive il gip di Catanzaro, Matteo Ferrante, nell'ordinanza di custodia cautelare sottolineando che l'avvocata, oltre a essere la «mente legale del clan», curava gli interessi economici e finanziari del sodalizio. Inoltre, sempre in base all'ordinanza, aveva assunto anche il ruolo di prestanome della società Calabria Turismo srl ed era l'intestataria dei beni patrimoniali e delle quote societarie della consorteria «costituenti il provento illecito della varie attività delittuose del clan».

Accuse che l'indagata respinge, tramite il suo legale, l'avvocato Mario Murone. Maria Rita Bagalà è ai domiciliari dal 3 maggio scorso.